In Liberi tutti! (Urania, Mondadori) Rudy Rucker, come William Gibson, osserva le derive politiche della contemporaneità collegandole a possibili esiti distopici dell’iper-connettività. Ma offre una “succosa” via verso la luce.
Due volti del postumano
tra rabbia e oblio: LD + R
Alla sua quarta stagione la serie Netflix Love, Death & Robots, impeccabile visivamente, perde un po’ di smalto, ma riserva sempre spunti di riflessione ed echi filosofici, come nell’episodio Spider Rose.
I sudari di David Cronenberg
e il fallimento della tecnica
Corpo, protesi, identità: dallo spunto dichiaratamente autobiografico, il regista canadese riflette sul proprio cinema in The Shrouds – Segreti sepolti, offrendo un’ulteriore riflessione sul nostro rapporto con le tecnologie.
A spasso per Hollywood
in compagnia di David Niven
David Niven regala memoriali divertenti e ben invecchiati in C’era una volta Hollywood (Settecolori) dove sfilano autentici miti, da Clark Gable, Humprey Bogart, Gary Cooper a Ernst Lubitsch e Charlie Chaplin.
Il capitale umano: l’io diviso
e l’identità moltiplicata
C’è una separazione profonda fra pubblico e privato vissuta da tutti i lavoratori moderni e la serie Scissione la racconta in tutto lo splendore del suo buffo e surreale technicolor psicoanalitico.
Un concetto inaudito:
il suono belligerante
Tra filosofia, musica e politica, Guerra sonora (Nero) di Steve Goodman evidenzia la natura conflittuale dei suoni, autentiche armi adoperate sia dal potere sia da un variegato fronte di resistenza.
Mitosi identitaria,
desideri e corpi pensanti
Un elisir dell’eterna giovinezza high tech, un’ex attrice sul viale del tramonto, il mondo dell’entertainment: The Substance di Coralie Fargeat è un film inquietante, delirante, aperto a livelli di lettura stratificati.
La postumana Furiosa
canta il suo poema epico
George Miller torna a raccontare con Furiosa le conseguenze della ecocatastrofe: accampamenti flagellati da tempeste di sabbia, cittadelle fortificate e assediate dai predoni, tutti imprigionati in eterno negli schemi della sopraffazione.
Arduo definire l’umano oggi
senza ridisegnarne i confini
Davide Sisto esplora in I confini dell’umano (il Mulino) il modo in cui la tecnologia sta cambiando la definizione di essere umano, sfumando il perimetro fisico e psico-sociale della civiltà contemporanea.
Immaginario e apocalisse,
il catalogo è questo
Pandemie, mostri, cataclismi, il pianeta fuori controllo e altri scenari distopici: in Antropocene Horror (Odoya), Fabio Malagnini racconta l’intreccio tra cinema dell’orrore e i mutamenti in corso, specie del clima.
