Epistolario d’amore al tempo
della guerra del tempo

Amal El-Mohtar, Max Gladstone
Così si perde la guerra del tempo
Traduzione di Simona Spano

Mondadori, Milano, 2020
pp. 216, € 14,00

Amal El-Mohtar, Max Gladstone
Così si perde la guerra del tempo
Traduzione di Simona Spano

Mondadori, Milano, 2020
pp. 216, € 14,00


Rossa e Blu sono due agenti segrete rivali molto particolari: i Dislocamenti ai cui ordini operano sono infatti alle prese con una guerra combattuta avanti e indietro nel tempo, per il controllo dei futuri possibili. Rossa presta la sua abilità da assassina e sabotatrice all’Agenzia, ai cui “grandiosi macchinari iperspaziali” è connessa la mente incorporea della Comandante, che dirige le operazioni da una capsula “che attraversa il tempo e lo spazio”; Blu opera invece per conto del Giardino, una mente-alveare che, attraverso le lente e pazienti modifiche all’esito degli eventi condotte dalle sue emanazioni geneticamente artefatte, ambisce a consolidare la propria egemonia sulla fine dei tempi. Le missioni si susseguono senza tregua e là dove una fazione tesse i suoi fili spesso sopraggiunge a breve distanza l’altra per disfare i piani degli avversari.
Rossa e Blu sono le spie migliori di questi schieramenti postumani impegnati in una sanguinosa danza tra fronti di guerra, imperi nemici, piccoli e grandi eventi in cui condizionano le scelte e le azioni dei personaggi (re o regine, scienziati e scienziate, poeti e poetesse) per piegare il corso della storia a proprio vantaggio. Finché Blu non fa trovare alla rivale una lettera contrassegnata da un avvertimento enigmatico: “Bruciare prima di leggere”. E le loro vite cambiano per sempre.

Illustri precedenti letterari
Di storie di fantascienza sulle guerre combattute lungo il corso del tempo, tra fazioni nemiche di agenti segreti, se ne contano diverse, come ricordavamo a proposito di Tenet, l’ultima incursione di Christopher Nolan nei territori del nostro immaginario di riferimento. Il primo nesso che viene in mente leggendo la novella scritta a quattro mani da Amal El-Mohtar e Max Gladstone è sicuramente con Il Grande Tempo di Fritz Leiber (The Big Time, 1958), in cui soldati reclutati dal continuum spazio-temporale di diversi pianeti si fronteggiano nella Guerra del Cambio, che vede contrapposti due schieramenti di entità ineffabili, i Ragni e i Serpenti. Ma se in Leiber l’impostazione era ispirata a una pièce teatrale e il testo era disseminato di riferimenti al teatro elisabettiano (in omaggio anche ai trascorsi del padre come attore shakespeariano e impresario teatrale), Così si perde la guerra del tempo prende in prestito la struttura del romanzo epistolare alle radici del genere e alterna ai punti di vista delle protagoniste i messaggi in codice che si lasciano sui campi di battaglia, in una conversazione che assume solo occasionalmente una forma testuale e che di volta in volta le spinge a escogitare meccanismi sempre più fantasiosi, astrusi e bizzarri per comunicare senza essere scoperte: la chimica codificata nei semi di sommacco, la lingua dei nodi cucita in un tessuto per vele, i fondi di una tazza di tè, gli anelli nel tronco di un albero… sono tutti mezzi che si prestano a veicolare le loro missive.
È così che un gioco nato per provocarsi a vicenda avvicina sempre di più Rossa a Blu, facendo scoprire alla prima la fame dell’altra, e viceversa alla seconda la solitudine della prima. Ma soprattutto, nell’attrazione e nell’affetto che svilupperanno l’una per l’altra, ognuna di loro imparerà a conoscere meglio sé stessa, completandosi in questa “corrispondenza d’amorosi sensi” che rimarrà incompiuta fino alla fine, quando le traiettorie che le loro missioni su e giù per lo spazio-tempo hanno descritto fino a quel momento si riveleranno essere la più essenziale e perfetta delle curve chiuse.
Come accadeva con un’altra love story giocata sul filo del tempo, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo di Audrey Niffenegger (2003), la scoperta non è priva di dolore e l’amore non è estraneo a momenti di crudeltà anche feroce, ma il lavoro degli autori amalgama il tutto alla perfezione: romance, spionaggio, feuilleton e weird trovano una loro collocazione sapientemente dosata nella cornice fantascientifica che tiene insieme il tutto, rinverdendo un canone che continua a rivelare una vitalità degna di nota, come dimostrano tra gli altri Rabbia di Chuck Palahniuk (2007) e Palinsesto di Charles Stross (2009).
El-Mohtar (1984), poetessa e scrittrice canadese, già vincitrice della più prestigiosa tripletta di premi del settore (Hugo, Nebula e Locus) per il racconto Seasons of Glass and Iron, e Gladstone (1984), autore di almeno due serie fantasy di grande popolarità negli USA, prestano le loro voci rispettivamente a Blu e a Rossa, riuscendo a renderle tra i personaggi più memorabili di questi ultimi anni, e contribuendo alla riuscita di un progetto affascinante, che si è imposto come miglior novella dell’anno sia al Nebula che allo Hugo Award, come anche al BSFA Award, ed è stato già opzionato per una trasposizione televisiva. Se sono semi del Giardino da cui proviene Blu, fioriranno. Se è una manovra dell’Agenzia, provvederà Rossa a farli fiorire. Dopo averne seguito le schermaglie da una ciocca all’altra della grande treccia del tempo, di secolo in secolo e di missione in missione, non vediamo l’ora che le loro protagoniste tornino in azione anche sui nostri schermi.

Letture
  • Poul Anderson, I guardiani del tempo, Mondadori, Milano, 1977.
  • Poul Anderson, La pattuglia del tempo, Interno Giallo/Mondadori, Milano, 1994.
  • Poul Anderson, Lo scudo del tempo, Mondadori, Milano, 2006.
  • Giovanni De Matteo e Lanfranco Fabriani, Breve storia del viaggio nel tempo, Next-Station.org, 31 dicembre 2011.
  • Fritz Leiber, Il Grande Tempo, Mondadori, Milano, 2008.
  • Audrey Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Mondadori, Milano, 2006.
  • Chuck Palahniuk, Rabbia, Mondadori, Milano, 2018.
  • Charles Stross, Palinsesto, Delos Books, Milano, 2010.