All Black: paesaggi alieni
nel tardo Antropocene

Francesco Allegretti
All Black
Curatela di Giacomo Nicolella Maschietti
Allestimento Quadruslight
Key Gallery, Milano
27 aprile – 7 maggio 2023

Francesco Allegretti
All Black
Curatela di Giacomo Nicolella Maschietti
Allestimento Quadruslight
Key Gallery, Milano
27 aprile – 7 maggio 2023


Di fronte alla superficie annerita e solcata da fiumi di lava che la luna di Giove, Io, presenta per la prima volta agli occhi umani nel romanzo di Arthur C. Clarke 2010: Odissea due, ai protagonisti viene in mente come unico possibile paragone quello di Mordor, l’immaginaria terra dove J.R.R. Tolkien situa il regno del Nemico, Sauron, nel suo capolavoro Il signore degli anelli:

“C’è un passaggio che parlava di «fiumi di roccia fusa che interrompevano la loro via… fino a quando non si scioglievano e giacevano come dragoni vomitati dalla terra torturata.» Questa è una descrizione perfetta: come poteva Tolkien saperlo, un quarto di secolo prima che un qualcuno vedesse un’immagine di Io? Parla della Natura che imita l’Arte”
(Clarke, 1983).

Nella lingua elfica, Mordor significa “terra nera” e così la ritroviamo nella rappresentazione cinematografica che Peter Jackson girò proprio in Nuova Zelanda, che nelle fotografie di Francesco Allegretti che compongono la mostra All Black abbandona la rassicurante veste bucolica con cui la conosciamo per ammantarsi di nero. “All Black” è anche, ovviamente, il nome della celebre squadra di rugby neozelandese, che ha portato questo gioco ai massimi livelli agonistici mondiali e la cui danza maori richiama a valori di un mondo perduto. Fin qui deve spingersi l’occhio dell’Uomo occidentale per riportare alla luce questo mondo perduto e incontaminato dal “secol superbo e sciocco” che ha dato vita all’Antropocene.

All Black @ Francesco Allegretti.

Solo grazie alla sua remota distanza dall’Occidente, che ritardò l’arrivo degli europei alla fine del Settecento – e anche gli autoctoni tardarono a raggiungerla fino ad almeno l’anno mille – la Nuova Zelanda è riuscita fino a oggi a conservare una vasta parte del suo territorio intatta dagli stravolgimenti antropici. Ed è proprio per questo che i suoi paesaggi generano un corto circuito dell’immaginazione, come quello introdotto da Clarke nel suo romanzo: così come, tra tutti i luoghi che esistono sulla Terra, i personaggi del romanzo non riescono a trovare altro metro di paragone che un luogo immaginario, noi che ne ammiriamo le bellezze le paragoniamo a quelli di mondi che non esistono. “Non sembra nemmeno il Pianeta Terra, potrebbe essere un qualsiasi altro del sistema solare”, commenta il critico Giacomo Nicolella Maschietti nel testo di accompagnamento alla mostra di Allegretti. Tanto siamo disabituati allo spettacolo della natura incontaminata e selvaggia, che l’effetto di straniamento che ci restituisce l’arte fotografica di Allegretti ci spinge a queste fantascientifiche comparazioni. Ancor più forte sarà il sospetto, magari coltivato da qualche visitatore appartenente alla Generazione Alfa, quella dei giovanissimi nati lo scorso decennio, che quelle fotografie nulla abbiano di vero ma siano piuttosto il prodotto di un’intelligenza artificiale. Non c’è nemmeno bisogno di scomodare le meraviglie tecnologiche delle nuove IA generative come Dall-E 2 o Midjourney per giustificare una tale ipotesi: basta ricordare che gli algoritmi di generazione procedurale dei videogame sono già da tempo in grado di dare vita a mondi inesistenti, fino ai sette miliardi di superfici aliene dell’iconico No Man’s Sky (2016).

All Black @ Francesco Allegretti.

“Un aspetto buio che ci impedisce di vedere un futuro a «fuoco»”: le parole con cui Allegretti spiega il senso di All Black non potrebbero essere descrizione più perfetta per il termine Antropocene. In questa era geologica che sembra accompagnare l’umanità verso un destino inesorabile che essa stessa si è scelta, come un uomo che si scavi da solo la tomba fissandone poi l’abisso per chiedergli cosa significhi, il mondo è conoscibile e comprensibile solo nella misura in cui siamo in grado di riportarlo all’interno dei nostri schemi di pensiero, orientati allo sfruttamento e al breve termine. Per questo preferiamo credere che le spettacolari fotografie di Allegretti (valorizzate dalle soluzioni di retroilluminazione a led,  i grandi pannelli di Quadruslight) – che ci ricordano che la Nuova Zelanda è pur sempre ben dentro l’Anello di Fuoco del Pacifico e che i suoi nove vulcani sono tutti ancora attivi – non appartengano al nostro mondo che abbiamo imparato a domare a furia di colonizzazioni violente e immensi scavi di risorse (anche in Nuova Zelanda, terra di miniere d’oro), ma a un altro che non ci riguarda, di cui possiamo ammirare la potenza per qualche istante prima di ritornare nella routine dei nostri quartieri gentrificati e adattati alle nostre crescenti esigenze di benessere. Ma non è un caso che proprio nei vulcani Giacomo Leopardi avesse trovato la personificazione di quella Natura che all’Uomo guarda non con ostilità – che sarebbe anche normale – quanto piuttosto con inquietante indifferenza. Il Vesuvio, i vulcani islandesi, ci costringono a confrontarci con una Natura che si erge immota nei suoi archi di tempo geologici, che ha il tempo dalla propria parte, perché era lì prima dell’avvento degli uomini e ci resterà anche quando di noi non resteranno che ossa rinsecchite.

All Black @ Francesco Allegretti.

Non a caso di tutte le abbacinanti fotografie di Allegretti, Giacomo Nicolella Maschietti ha voluto evidenziarne una, in cui appaiono due esemplari di esseri umani: due adolescenti, che forse tornano da scuola, e si incontrano all’angolo di una strada, mentre il cielo sopra di loro, nel crepuscolo, ci appare gravido di minacce. Ma la Natura non minaccia; piuttosto genera in noi invidia per quella immortalità che ci schernisce, perché a differenza delle montagne “gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via” (Sal 89,10).

Letture
  • Arthur C. Clarke, 2010: Odissea due, Rizzoli, Milano, 1983.
  • Giacomo Nicolella Maschietti, All Black, tutto nero, comunicazione della mostra All Black, 2023.
Visioni
  • Hello Games, No Man’s Sky, Hello Games, 2016.
Peter Jackson, Il Signore degli Anelli (2001-2003), Warner Bros Interactive, 2012.