Paz: un segno indelebile
Nel cuore, nell’anima

(a cura di) Arf! e Comicon
Andrea Pazienza,
1988-2018
Trent’anni senza

Coconino Press, Fandango Libri,
Roma, 2018

pp, 80, € 20,00

(a cura di) Arf! e Comicon
Andrea Pazienza,
1988-2018
Trent’anni senza

Coconino Press, Fandango Libri,
Roma, 2018

pp, 80, € 20,00


Andrea Pazienza fa parlare di sé, e lo farà ancora in futuro, perché è uno dei grandi artisti della fine del XX secolo, almeno in Italia. Sono trascorsi trent’anni dalla sua morte, avvenuta nel giugno del 1988 all’età di 32 anni, ma la sua arte è un tassello fondamentale nella storia del fumetto. Zanardi, il suo personaggio più noto, è stato pubblicato in Spagna e in America e sono previste pubblicazioni per il mercato francese e portoghese.
Il disegnatore pugliese è passato alla storia grazie al suo talento, espresso con segni/disegni, fumetti, illustrazioni, tele, ma anche con invenzioni grammaticali e un’incredibile capacità di narrazione. Il suo segno lo si ritrova in collaborazioni con il teatro, il cinema, la moda e la musica. E se fosse rimasto avremmo potuto vederlo al cinema in veste di attore, per un progetto del disegnatore Sergio Staino, e chissà, scoprendolo anche in questo caso all’altezza della situazione! Alla telecamera si era già prestato: ai tempi del Liceo, nel 1974, è protagonista in Narciso, girato in Super8 da Albano Paolinelli, suo insegnante, che compare spesso, così come l’altro insegnante Sandro Visca, in quadri e disegni di Pazienza.

Numerose sono le pubblicazioni recenti che ripropongono i suoi lavori: dai 20 volumi + 4 di la Repubblica alle riproposte in edicola, in formato pocket nella serie I grandi maestri di Cosmo Editoriale, fino alle riedizioni dell’intera produzione a opera dell’editore Coconino Press. Numerosi anche i libri su di lui, ultimo in ordine di pubblicazione La donna è meravigliosa, vita impaziente di Andrea Pazienza con testimonianze di donne raccolte dal curatore, Tony di Corcia: la madre Giuliana, la sorella Mariella, la moglie Marina e tante altre con cui Andrea ha condiviso percorsi di vita e di lavoro (di Corcia, 2018). E poi film, come Paz, tratto da diverse sue storie a fumetti: Zanardi, Le straordinarie avventure di Pentothal, Giorno… Anche documentari e citazioni, un film per tutti Ovosodo di Paolo Virzì del 1997.
Viene ricordato anche nella longeva soap opera di Rai3 Un posto al sole! In rete, cercando “Andrea Pazienza” Google dà milioni di risultati, su Facebook ci sono almeno sei gruppi (il migliore e più appassionato è Andrea Pazienza- l’artista con “aficionados” partecipi e competenti). Una ventina di luoghi e edifici sono a lui intitolati: dal Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona a una scuola materna a Vittorio Veneto, da una piazza a San Benedetto del Tronto fino a una via a Napoli, nel quartiere Scampia. Una grande quantità di materiali.
C’è chi sostiene che Pazienza sia per gli editori una gallina dalle uova d’oro, perché lui fa vendere. Come se dopo di lui non ci fosse stato più nessun nuovo talento e il fumetto si fosse fermato a Paz!
In trent’anni tante cose sono cambiate, molti suoi lavori, così connessi al quotidiano e alla sua generazione, sembrano incomprensibili per gli adolescenti di oggi. Ma il fumetto non è fermo a Paz, si realizzano molti lavori interessanti, crescono le manifestazioni di autoproduzione, i siti online. L’edicola non offre più, come negli anni Ottanta, numerose riviste di fumetti, ma se cercate in rete si trovano produzioni, anche su carta, interessanti. Il fumetto si è evoluto anche grazie ai disegnatori che dalla fine degli anni Settanta alla metà degli Ottanta hanno pubblicato, dalle autoproduzioni alle riviste a grande tiratura, e non ultimo Andrea Pazienza.
E qui torniamo a parlare di Paz in occasione della mostra Andrea Pazienza, 1988-2018 Trent’anni senza, svoltasi a Roma, al Mattatoio, dal 25 maggio al 15 luglio di quest’anno, organizzata da Arf! Festival, festival dedicato al fumetto, illustrazione e graphic novel che si svolge in primavera a Roma, e Napoli Comicon, fiera annuale dedicata al fumetto e all’animazione. Curata da Mauro Uzzeo, Stefano Piccoli e Alino, con la supervisione di Marina Comandini Pazienza e Mariella Pazienza, moglie e sorella di Andrea. Vicino si aprono gli spazi del Villaggio Globale, che sicuramente sarebbe piaciuto al giovane Andrea, occupato da una trentina di anni, stretto tra il MACRO e spazi dell’Università, un luogo che fa gola a molti interessi speculativi.
Un’esposizione di opere, 120 originali, che raccontano in particolare la vena fumettistica dell’artista con vignette, prove e bozzetti ma soprattutto una ricca selezione di opere tratte da più di una trentina di storie, tra le quali Le straordinarie avventure di Pentothal, Perché Pippo sembra uno sballato, Giorno, Pacco, Verde Matematico, Giallo scolastico, Notte di Carnevale, Pertini, Piccola guida ragionata al (o del) west, Tormenta, Gli ultimi giorni di Pompeo, La leggenda di Italianino Liberatore, Cuore di mamma, Cenerentola 1987, e le ultime Zanardi “medievale” e Storia di Astarte.

Tavole tratte da Frigidare e Comic Art.

Le tavole esposte comprendono il periodo che va dal 1977 al 1988, realizzate per le riviste Cannibale, Alter Alter, Frigidaire, Il Male, Corto Maltese, Frizzer, Tempi Supplementari, Zut, Tango, fino alle ultime per Comic Art. Oltre alle tavole sono state esposte copertine di dischi, disegnate da Andrea, indicazioni di stampa, gigantografie di alcuni disegni, come quella del papa che a bordo piscina con un cocktail in mano dice “e se esistesse veramente? Ih! Mavvedi cosa vado a pensare…”, videointerviste, tra cui quella struggente di Red Ronnie il giorno dell’abbandono della fidanzata/musa Elisabetta, con Andrea che canta Alba Chiara di Vasco Rossi, e un grande dipinto composto di otto tele con la riproduzione del perfido Zanardi a cavallo, un inedito di 2,40 x 2,40 metri, che nel 1983 Pazienza dipinse al Luneur, lo storico parco giochi di Roma, in occasione della manifestazione Ottovolante, Festival della satira.
Appese in quadri sotto vetro, le tavole rivelano tutta la forza espressiva del disegnatore, con dettagli sconosciuti a una lettura su stampa. Sono numerose le pecette utilizzate, cerotti adesivi di correzioni attraverso cui si intravedono altri segni, altre frasi poi sostituite. Un lavoro curassimo e dettagliato che rivela l’attenzione ai dettagli con cui il disegnatore lavorava, con tecniche e strumenti diversi, padroneggiati con uno stile inconfondibile. Molte tavole realizzate con i pennarelli mostrano l’inclemente azione della luce, il colore tende a modificarsi sbiadendo il nero in toni rossicci/bluastri.

Dettagli di ritocchi con pecette (ritocchi e correzioni con adesivo).

Dettagli da tavole di Zanardi Medievale pubblicate da Comic Art.

Le tavole a colori cambiano completamente registro. Qui le correzioni si fanno più rare. Piccoli quadretti montati a formare la tavola, con tecniche diverse, sempre pennarelli ma anche gessetti, matite colorate. La tecnica si affina con sfumature e trasparenze, effetti sorprendenti. Alcuni dettagli di Notte di carnevale ricordano il realismo disegnato delle locandine di film. Andrea Pazienza ha usato nei suoi disegni l’ombreggiatura con estrema bravura, l’elemento che contraddistingue i suoi lavori. Le sue ombre valorizzano le tavole, nel bianco e nero composte da minuscoli puntini, o da lettere, o righe, incroci di linee, vuoti e pieni, nel colore, invece, con sovrapposizioni e contrasti.
Le bellissime illustrazioni a colori per Campofame, un racconto sulla morte tratto dal poema di Robinson Jeffers, e Tre canti, dell’amico poeta Moreno Miorelli, sono il risultato di esperimenti grafici, un approccio al segno a volte minimale ma capace di numerosi echi e suggestioni, una grande prova d’artista.
Qualsiasi strumento nelle mani di Pazienza, pennarelli, acrilici, matite, penne raggiungevano la carta, di tutti i tipi dalla preziosa Schoeller ai fogli di block notes, la tela o il muro con una padronanza tecnica, una bravura e un’apparente semplicità che stupiva.

Inediti in mostra: ritratto di Stefano Tamburini e Zanardi a cavallo.

Il pennarello, in particolare, nelle sue mani si trasformava in strumento dalle infinite possibilità grafiche.

“… Al di là e oltre, è un mare di pennarelli… ne ricordo uno enorme blu, disegnava teste di pera… dopo qualche tempo cominciò ad avere la lingua secca e presi ad usarlo per le sfumature ghiaccio delle mie nuvole… era un buon pennarello e mi dispiacque quando morì. Morì per aver perso il tappo”.
(Pazienza, 2018b).

Il suo genio sembra essere privo di limiti e questa consapevolezza ha sviluppato in lui un tenero narcisismo: “Perché la pazienza ha un limite, Pazienza no” scrive sulla tavola 1 di Giallo scolastico pubblicata sulla rivista Frigidaire nel 1981, e ancora nella tavola 6 fa dire al personaggio Colasanti “mm Pazienza è proprio il massimo pratikamente una rock star”.
Che ci si trovasse di fronte a un genio lo si intuì subito, fin dalle prime apparizioni sulla rivista AlterAlter, nata nel 1974 come supplemento (AlterLinus) poi come rivista autonoma (Alter Alter) concludendo la sua avventura editoriale nel 1986 (Il Grande Alter). Un mensile di fumetti che ospitava sulle sue pagine nuovi autori e progetti, esperimenti e forme inedite per raccontare con le immagini, il posto giusto per Pazienza. Versioni diverse si raccontano sul suo approdo alla testata: Pazienza arriva su Alter grazie a una telefonata di Umberto Eco alla redazione o attraverso Hugo Pratt, incontrato in ascensore, a cui mostra alcuni disegni. Comunque sia, buon per lui e per noi, pubblica sulla testata a grande diffusione. Andrea in quel momento vive a Bologna, iscritto al corso di laurea dell’Università degli Studi, il DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo), pubblica il suo fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal nel 1977, un racconto a fumetti un po’ autobiografico, un po’ onirico attraverso lo studente Pentothal iscritto al DAMS.

Tavole da Alter Alter, Cannibale e Frigidaire. Rispettivamente da sinistra:  Le straordinarie avventure di Pentothal,  La scuola, Francesco Stella.

Realizzato in bianco e nero, con pennarelli e matite, nella storia si accavallano e rincorrono situazioni oniriche (il risveglio iniziale con i bizzarri personaggi del sogno), biografie politiche (i picchiatori fascisti, la contestazione giovanile, la radio) e surreali (i viaggi, le praterie, i boschi, i deserti). Non c’è una linearità della storia, ma è piacevole, appassionante, tavole piene di dettagli e rimandi, punti di vista insoliti, disegni bellissimi. Così coinvolgente da ottenere in brevissimo tempo una folta schiera di ammiratori.

“Pazienza è riuscito a rappresentare, in vita e anche in morte, il destino, le astrazioni, la follia, la genialità, la miseria, la disperazione di una generazione che solo sbrigativamente, solo sommariamente chiameremo quella del ’77 bolognese”.
(Tondelli, in Mollica, 1997).

In Le straordinarie avventure di Pentothal c’è un chiaro riferimento al fumetto d’oltralpe, al francese Mœbius in particolare, ma anche una linea chiara che ricorda la scuola disneyana. Un’evoluzione certo ma che contiene tutti gli stilemi, le trovate di tanti anni di lavoro dei disegnatori disneyani tra i quali, ricordiamolo, gli italiani eccellono. Andrea in un colpo solo reinterpreta e va oltre quella scuola, ora sarebbe il miglior disegnatore Disney! Nato a San Benedetto del Tronto nel 1956, le sue capacità creative sono subito evidenti. Fin dai primi mesi, nella nativa San Severo si appassiona al disegno.

“Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi, era un orso, questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare”.
da Il segno di una resa invincibile, Corto Maltese, novembre 1983

Il padre è un insegnante di educazione artistica, che non comprende le capacità espressive del fumetto non riconoscendo la scelta intrapresa dal figlio come percorso artistico. Se ne accorgono invece gli insegnanti del Liceo che frequenta a Pescara, partecipa a esposizioni in gallerie della città e quando si trasferisce a Bologna su consiglio degli insegnanti Paolinelli e Visca, il suo affetto per la terra del sud resta una costante nei suoi lavori: estati al Gargano, battute di caccia, campeggi, diventano modelli per alcuni racconti disegnati.
Dal suo arrivo a Bologna Andrea inizia a disegnare per volantini e fanzine ma la prima apparizione su rivista distribuita in edicola avviene con Cannibale, rivista dai toni di autoproduzione, senza pubblicità, con storie auto conclusive dove sesso, violenza, sberleffo, ironia e satira si mescolano in un gioioso ritmo goliardico. La rivista è ideata da Stefano Tamburini, creativo a cui l’attuale grafica deve molto. Un suo collage è riportato sulla locandina della 33a edizione della Settimana Internazionale della Critica, la sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, come omaggio al giovane artista. Alla sua morte, nell’aprile del 1986, Andrea realizza un suo ritratto, un inedito esposto in mostra al Mattatoio.
Le migliori firme del fumetto italiano di fine anni Settanta sono su Cannibale: Filippo Scozzari, Tanino Liberatore, Massimo Mattioli. Andrea Pazienza inizia a collaborare dal secondo numero con sei tavole di Perchè Pippo sembra uno sballato?, una storia dove il Pippo disneyano è deciso ad abbandonare il mondo del cinema per dedicarsi a droghe e tranquillità, nel puro stile dei fumetti underground, dissacratori di icone popolari. La rivista è un lavoro collettivo, con tavole realizzate a più mani. Un’idea editoriale bizzarra, d’ispirazione dadaista (un omaggio all’omonima rivista del 1920 diretta dal pittore/scrittore surrealista Francis Picabia), con un groviglio di numerazione in copertina che ne confonde la cronologia. Il secondo numero su cui Andrea pubblica porta i numeri 5/6/7. La rivista durò poco più di un anno, con nove numeri all’attivo, poca fortuna e tanti debiti. Nel 2017, Comicon, la manifestazione napoletana di fumetti, gli dedicò una mostra e la Muscles Edizioni Underground, produzioni editoriali curate da Michele Mordente (attento conoscitore dell’opera di Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, nonché dell’underground anni Settanta/Ottanta) ha pubblicato Cannibal commercials che raccoglie gli annunci realizzati dal gruppo di disegnatori per pubblicizzare la rivista.

Tavole tratte da Pompeo.

Alla chiusura di Cannibale il gruppo di disegnatori collabora al settimanale satirico Il Male, un fenomeno editoriale con grandi vendite in edicola, diretto in una prima fase da Pino Zac e successivamente da Vincino, per approdare poi alla rivista Frigidaire, la rivista culto che smuoverà lo stantio panorama editoriale con una grafica innovativa, realizzata da Stefano Tamburini, e reportage, coordinata dal direttore Vincenzo Sparagna. Su Frigidaire Pazienza pubblica alcune delle sue storie migliori, da Se vuoi sangue l’avrai in bianco e nero a Notte di carnevale a colori. Su quelle pagine nasceranno i suoi “cattivi” personaggi, Zanardi, Colasanti e Petrilli nella storia Giallo scolastico.
L’inizio degli anni Ottanta consacra Pazienza alla storia del fumetto, si dedica anche all’insegnamento presso la Libera Università di Alcatraz, vicino Gubbio, e alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger, a Bologna. Realizza videoclip con la milanese cooperativa Storiestrisce per la trasmissione Rai Mister Fantasy, pubblica sulle testate di fumetti più importanti (Linus, Corto Maltese, Il Grifo, Comic Art) e nuove testate (Tempi supplementari, Zut, Tango, Nuvola bianca). Abbandona Bologna, luogo dove la tossicodipendenza lo logora, e si trasferisce in Toscana, a Montepulciano. Due anni dopo il matrimonio con la disegnatrice Marina Comandini una dose di troppo lo ucciderà.
La mostra del Mattatoio è stato un ottimo modo per conoscere “da vicino” l’artista. Un invito alla scoperta per i giovani lettori, la generazione che non ha vissuto i frenetici anni Settanta/Ottanta, a tratti terribili tra terrorismo, leggi speciali, eroina e qualunquismo, ladri al potere… ma comunque coinvolgenti. Anni che hanno lasciato un segno indelebile sulla attuale comunicazione visiva, con storie che ancora oggi risultano attuali e coinvolgenti, capaci di divertire o di rendere tristi e arrabbiati, come succede con il complesso racconto di Pazienza ne Gli ultimi giorni di Pompeo, dove il disagio e la disperazione si rendono palesi. In Pompeo il linguaggio è spesso intimo, personale così da aggiungere chiarezza e sincerità ai suoi racconti, a volte crudo, urlato e apparentemente violento. In altre storie, invece, Paz ha utilizzato un linguaggio misto di dialetto pugliese e slang, sgangherato e divertente, un lessico che lo rende ancora attuale. La sua stessa firma diventa gioco di parole e si trasforma in continuazione: Paz, Andrenza, Apaz, Spaz. La cifra comune nel linguaggio di Pazienza è la confidenzialità, come trovarsi di fianco a un amico. Un amico che ti conosce bene, con cui condividere i tormenti quotidiani. Affinità politiche, di stile, di svago. Una complicità autore/lettore, un coinvolgimento emotivo. All’ingresso della mostra al Mattatoio è stata messa una gigantografia di Andrea, un ritratto in bianco e nero, con una freccia in mano: come Cupido colpisce al cuore i visitatori.

L’ingresso alla mostra del Mattatoio.

Letture
  • Stefano Cristante, Andrea Pazienza e l’arte del fuggiasco. La sovversione della letteratura grafica di un genio del Novecento, Mimesis, 2017.
  • (a cura di) Tony di Corcia, La donna è meravigliosa, vita impaziente di Andrea Pazienza, Cairo editore, Milano, 2018.
  • Roberto Farina, I dolori del giovane Paz, Coniglio Editore, Roma, 2005.
  • Franco Giubilei, Le donne, i cavalier, l’arme, la roba. Storia e storie di Andrea Pazienza, Edizioni Bande Dessinée, Scandiano (RE), 2005.
  • Oscar Glioti, Fumetti di evasione – Vita artistica di Andrea Pazienza, Fandango Libri, Roma, 2018.
  • (a cura di) Vincenzo Mollica, Milo Manara/Andrea Pazienza, Editori del Grifo, Montepulciano,1982. 
  • (a cura di) Vincenzo Mollica, Paz. Scritti, disegni, fumetti, Einaudi, Torino, 1997. 
  • Filippo Scòzzari, Prima pagare, poi ricordare, Coniglio Editore, Roma, 2004.
  • Pier Vittorio Tondelli, Un weekend postmoderno, Bompiani, Milano, 1990.
Visioni
  • (a cura di) G. Ferrara), Astarte, Fandango Libri, Roma, 2010.
  • Stefano Mordini, Minnie Ferrara & Associati PAZ ’77, Kamera Film, Tele +, 2001.
  • Andrea Pazienza, Il libro rosso del Male, Editori del Grifo, Montepulciano, 1991.
  • Andrea Pazienza, Perché Pippo sembra uno sballato, Editori del Grifo, Montepulciano, 1992. 
  • Andrea Pazienza, La leggenda di Italianino Liberatore, Editori del Grifo, Montepulciano 1994.
  • Andrea Pazienza, Andrea Pazienza, Editrice Comic Art, serie Grandi Eroi n.32, Roma, 1995, 
  • Andrea Pazienza, Satira 1977-1988, Baldini&Castoldi, Milano, 2001a. 
  • Andrea Pazienza, Campofame, Edizioni Di, Castiglione del Lago (Pg) 2001b; in allegato Tre canti di Moreno Miorelli, con copertina e retrocopertina di Pazienza. 
  • Andrea Pazienza, Francesco Stella, Coconino Press, Bologna, 2002. 
  • Andrea Pazienza, Tormenta, Gruppo Editoriale L’Espresso, Milano, 2006a. 
  • Andrea Pazienza, Pertini e altre satire, Gruppo Editoriale L’Espresso, Milano, 2006b. 
  • Andrea Pazienza, Visca, Fandango Libri S.r.l., Roma, 2006c. 
  • Andrea Pazienza, Pompeo. Fino all’estremo, Fandango Libri, 2011.
  • Andrea Pazienza, Tutto Zanardi. Edizione critica, Fandango Libri, Roma, 2013. 
  • Andrea Pazienza, Cannibale Commercials, Muscles Edizioni Underground, Agropoli, 2016.
  • Andrea Pazienza, Le straordinarie avventure di Pentothal, Coconino Press, Roma, 2018a. 
  • Andrea Pazienza, Pippo. Antologia psicotropa, Mondadori, Milano, 2018b.
  • Franco Serra, Alberto Fortis – Milano e Vincenzo, Storiestrisce, 1979.