Ragnatele parallele:
Spider Man e il multiverso

Bob Persichetti, Peter Ramsey,
Rodney Rothman

Spider-Man: Un nuovo universo
(USA, 2018)

Cast principale: Alycia Cooper,
Brian Tyree Henry, Edwin H. Bravo,
Hailee Steinfeld, Jake M. Johnson,
Jessica Mikayla Adams,
John Mulaney, Kimiko Glenn,
Lauren Vélez, Liev Schreiber,
Lily Tomlin, Mahershala Ali,
Melanie Haynes, Muneeb Rehman,
Nick Jaine, Nicolas Cage,
Shameik Moore

Produzione: Avi Arad Productions,
Columbia Pictures Corporation,
Lord Miller, Marvel Animation,
Marvel Entertainment,
Pascal Pictures,
Sony Pictures Animation,
Sony Pictures Entertainment (SPE)

Distribuzione: Warner Bros.

Bob Persichetti, Peter Ramsey,
Rodney Rothman

Spider-Man: Un nuovo universo
(USA, 2018)

Cast principale: Alycia Cooper,
Brian Tyree Henry, Edwin H. Bravo,
Hailee Steinfeld, Jake M. Johnson,
Jessica Mikayla Adams,
John Mulaney, Kimiko Glenn,
Lauren Vélez, Liev Schreiber,
Lily Tomlin, Mahershala Ali,
Melanie Haynes, Muneeb Rehman,
Nick Jaine, Nicolas Cage,
Shameik Moore

Produzione: Avi Arad Productions,
Columbia Pictures Corporation,
Lord Miller, Marvel Animation,
Marvel Entertainment,
Pascal Pictures,
Sony Pictures Animation,
Sony Pictures Entertainment (SPE)

Distribuzione: Warner Bros.


Dell’intuizione del multiverso, in pochissime parole l’ipotesi della co-esistenza di infiniti universi possibili e paralleli, se n’è parlato spesso su queste pagine, anche di recente. Oltre a essere un’attraente teoria scientifica si dimostra un validissimo dispositivo narrativo per affrontare variazioni sul tema, siano esse utopiche o distopiche e, molto spesso in ambito fumettistico, aggiornare le biografie di personaggi iconicamente cristallizzati e attualizzarne le origini, rendendo più influente la portata del loro mito. Quando all’alba del XXI secolo Marvel decide di fondare l’etichetta Ultimate Comics, lo fa per attuare questa strategia di update and restart dei suoi personaggi più rilevanti, partendo proprio da Spider-Man, X-Men, Fantastici quattro e Vendicatori.
Nel 2011 Marvel si spinge oltre ogni forma di riscrittura (successivamente si muoverà su questa strada anche per altri personaggi come Thor, a cui cambierà genere, o Iron Man a cui modificherà genere e etnia) uccidendo il Peter Parker dell’universo ultimate e rimpiazzandolo, nel ruolo de l’Uomo Ragno, con Miles Morales, un ragazzino afro-ispanico. Una scelta che innanzitutto immortala il melting pot della società statunitense e, probabilmente, la spinta inclusiva verso le minoranze etniche data dal primo mandato presidenziale di Barack Obama. Possiamo immaginare, osservando la biografia dell’autore di questa riscrittura rivoluzione, che Brian Micheal Bendis abbia trasposto nella sua opera l’esperienza di genitore adottivo di due ragazzi di origine africana, trasformando il suo Spider-Man, forse il personaggio più importante di tutta la Marvel, in un racconto in cui essi possano sentirsi pienamente rappresentati.
Visto il successo riscontrato dal Miles Morales a fumetti, non ci sorprende che Sony Pictures, detentrice dei diritti per ogni trasposizione cinematografica dell’arrampicamuri, gli abbia assegnato il ruolo da protagonista in un film dedicato al multiverso dell’uomo ragno, che negli anni ha visto affiancare a Peter e Miles numerose versioni: alcune particolarmente riuscite come quella femminile Spider-Gwen, altre ironiche come Spider-Ham (alter ego di Peter Porker, un maiale), o Peni Parker, versione mecha/anime del supereroe americano.

Svolgere la trama di Spider-Man: Un nuovo universo è un esercizio complicato, visto il ritmo forsennato e la pletora di meta-riferimenti presenti al suo interno. Come nel fumetto Ultimate, Peter Parker muore eroicamente, sacrificandosi per salvare la sua amata New York. È proprio in questo momento di smarrimento per l’intera comunità newyorkese che emerge la figura di Miles, punto da un ragno modificato geneticamente (e non più radioattivo, come nei post-atomici anni sessanta). Quando il villain Kingping mette a punto un dispositivo per eliminare definitivamente qualunque iterazione di Spider-Man esistente in ogni possibile universo, alcuni di questi si ritrovano a formare un bizzarro gruppo di super-eroi, nati e cresciuti in universi paralleli e separati.
È difficile individuare un singolo punto di forza in questo film così ricco di spunti innovativi. Possiamo partire dalla qualità delle animazioni che, innanzitutto, si distacca dalla comfort zone dello stile 3D a cui ci hanno abituati Pixar o Illumination per avvicinarsi a uno stile classico ma allo stesso tempo divergente, ispirato fortemente dal disegno a fumetti, con tanto di balloon, didascalie ed effetti visivi “disegnati” (come “il senso di ragno”). Per giunta ogni Spider-Man porta con sé un peculiare stile di animazione, con un pizzico di glitch art, che tanto va di moda nell’arte visuale contemporanea, a fare da collante grafico.

Spider-Man: Un nuovo universo riesce in maniera straordinariamente efficace ad allestire una narrazione che non debba sobbarcarsi il peso delle origini dei personaggi. La storia di Peter Parker, lo Spider-Man canonico, è affidata a un veloce montaggio in apertura che richiama più volte, in chiave ironica, il primo uomo ragno di Sam Raimi (2002). La sua morte serve anche a lasciarsi indietro la pesante eredità cinematografica delle iterazioni che l’hanno preceduto (parliamo di sette film a ridosso di un decennio), in modo da poter istituire una narrazione rinnovata, con Miles Morales protagonista. Questo Spider-Man non è più incentrato sulle responsabilità che derivano “dai grandi poteri”, ma sulle aspettative che derivano dall’adolescenza. Miles Morales è insofferente verso quello che gli altri, in particolare il padre, si aspettano da lui. Il film è soprattutto un bildungsroman ambientato nelle strade di Brooklyn e Manhattan; un film che ci mostra un universo, anzi più d’uno, dove i supereroi cercano il loro posto nel mondo, grazie all’aiuto delle loro stesse versioni alternative.

Nelle mani dei suoi tre registi, Spider-Man: Un nuovo universo mette in scena Spider-Man come una grande figura mitologica della narrazione americana. È ancora un ragazzino timido come quello ideato da Lee e Ditko, con i quali i giovani lettori possono empatizzare, con la responsabilità etica di dover aiutare il prossimo una volta a conoscenza del proprio potenziale. Non importa che sia la versione un po’ appesantita interpretata da Jake Johnson, quella drammatica e ironicamente noir interpretata da Nicholas Cage, o quella assurda ma spassosa in cui è un maiale.
Spider-Man: Un nuovo universo risulta entusiasmante perché innovativo, irriverente e dinamico. Esilarante senza scadere nel parodistico, come per esempio Thor: Ragnarok (2017), con un personaggio principale in cui si finisce facilmente per immedesimarsi. Un viaggio cinematico riuscito che probabilmente darà seguito ad altre iterazioni, anche solo per assecondare la curiosità spettatoriale sull’evoluzione di Miles: da ragazzino “dotato di poteri straordinari” in Uomo Ragno. Ma soprattutto, uomo.