Un numero speciale, una donna fuori dal comune e una dozzina di cartoline


NAPOLI
BARCELLONA
MILANO
LONDRA
TRIESTE
ISTANBUL
GARWAL
DENVER
ORTA SAN GIULIO
MIAMI
BOMARZO
GIZA
  [DENVER]
di
Stefano Pastor


Viaggio doloroso e carico di significati dunque e un polo di attrazione, Denver, quasi vero baricentro dell’America di Sal/Jack, ma anche luogo di infinita nostalgia, svuotato dai personaggi, numerosi invero, che ne avevano determinato il legame con il movimento. Così Sal/Jack, comprata una casa a Denver, scopre che a mancargli, anche qui, è Dean/Neal, misterioso motore di tutta la sua inquieta ispirazione, e anche Marylou (LouAnne Henderson nella realtà e prima moglie di Cassady) che si trovano a San Francisco mentre anche tutti gli altri personaggi che gravitano intorno alla città e al movimento sono altrove, e ora Denver, proprio come il protagonista, ha nostalgia dei suoi eroi. Sal/Jack misura la sua sconfinata solitudine mentre si trova ad assistere ad una partita di baseball, in un campo incolto ancora oggi esistente, osservando tutta quell’umanità varia in un quartiere ben conosciuto da Dean/Neal e da Marilou/LouAnne: “Oh la tristezza delle luci quella sera! Il giovane lanciatore pareva proprio Dean. Una graziosa bionda fra i sedili sembrava esattamente Marilou. Era la notte di Denver; tutto quel che feci fu morire.

Down in Denver, down in Denver
All I did was die

(…) Come morii! Mi allontanai di là.” 

Angosciosa ombra delle mie vulnerate notti

Inquietante, fioco bagliore della lenta

Neve cadente sull’altopiano 

di antichi bivacchi stroncati **


Sentimento d’attrazione e repulsione che ha radici in un passato di negatività e che si motiva e diviene fisica sofferenza nella vicenda narrata in cui Dean/Neal, proprio nella città che lo vide randagio fanciullo e carcerato, mette a soqquadro la città stessa una notte, rubando una serie di automobili e rischiando seriamente l’arresto di sé e di chi era con lui in quei giorni. “Tutta l’amarezza e la pazzia della sua intera vita di Denver si stava scatenando dal suo organismo come tanti pugnali. La sua faccia era rossa e sudata e cattiva. (...) Più presto ci allontanavamo da Denver e meglio mi sentivo, e ci stavamo allontanando presto davvero.”


** Versi di Stefano Pastor.



 
Visualizza denver
in una mappa di dimensioni maggiori
print   | versione per la stampa | [1] [2] [3] (4) [5]