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Un’utilitaria targata 007
Il piccolo genio, la Yaris di Toyota, è sempre più zeppo di accessori. Una rigorosa serialità caratterizza gli spot che aggiornano sulla farcitura di nuove tecnologie per un’auto dal prezzo alla portata di tutti. Il misterioso concorrente subisce un nuovo smacco. Un cattivo con contorno di belle donne in ambienti asettici, molto hi-tech, questo il set. A ben vedere, però, dietro la Yaris e tutte le utilitarie super accessoriate oggi in commercio si staglia una figura dai tratti familiari, una spia dell’inconscio. Rigorosamente in smoking,
sorseggia sempre un Martini-vodka, è alto un metro e ottantatrè e pesa
76 chili. Ian Fleming lo ha immaginato così, quando lo inventò nel 1954
per l’angoscia e lo shock di essersi sposato. James Bond, il suo nome è
Bond. James Bond, in codice 007, l’agente segreto che crea
un’atmosfera da oltre quarant’anni, è il più lungo serial della
storia del cinema. Decenni al servizio di Sua Maestà “Il Desiderio”.
Esordì nel 1962 con Licenza di uccidere, protagonisti Sean
Connery e Ursula Andress. Successo insperato, poi Dalla Russia
con amore. Vanno in scena i primi gadget e il botteghino Tra le diavolerie incorporate
nella DB5, memorabili almeno lo scomparto segreto per una Colt 45, il
seggiolino del passeggero eiettabile, uno speciale scudo antiproiettile a
protezione del lunotto posteriore, i paraurti corazzati, i pneumatici
rinforzati e anti-sdrucciolo, i mozzi delle ruote telescopici a rostro, le
mitragliatrici nei fanalini di posizione anteriori, la tripla targa
ruotante, i tubi posteriori lancia-olio, il dispositivo per cortina
fumogena e il radar. Nessun intrigo trionfa con un avversario del genere,
così ben accessoriato. Sempre un passo avanti, iperreale, James Bond
svela anche la trama dei desideri dell’uomo occidentale, dalle donne
collezionate come oggetti, agli oggetti desiderati come donne. Un passo
avanti perché l’immaginario precede sempre il reale, spesso lo
prefigura. L’auto è un esempio, l’armamentario di Bond è
l’assortimento degli assortimenti che verranno, perché in ognuno di noi
c’è Q e ognuno di noi prima o poi è Bond, anche se alla guida di un
carrello di supermercato.
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