Immaginazione… Mediterraneo… Immaginate di Paolo Rosa

 

Tra il bagaglio che comunque prepariamo, tra le telecamere i microfoni i cavi e gli innumerevoli marchingegni elettronici, spicca per imponenza e per valore simbolico il cavalletto. Ci aiuterà a tenere i piedi per terra, a stare fermi ad osservare, ad attendere per lasciare che le cose ci arrivino, senza forzarle. I suoi piedi conficcati nel calore di un vulcano, nelle crepe di una salina, sprofondati nelle sabbie in riva al mare o nelle dune del deserto ci aiuteranno a dialogare con il territorio, a vibrare con il vento, a oscillare con il mare.

Il viaggio e il suo doppio

Nel corso del nostro viaggio, l’approccio si è fatto più razionale, l’esperienza diretta ci ha imposto di capire più a fondo, di meditare sugli elementi, sulle “vedute”, i gesti, gli incontri, i dialoghi con gli uomini e con gli scenari naturali che abbiamo percorso e vissuto e di cui, in qualche modo ci siamo impossessati. Ci chiede di trovare un modo per coniugare i piaceri e le bellezze infinite del naturale e dell’antico con le contraddizioni invasive della modernità; di far convivere l’esigenza progressiva e continua del viaggio fisico con la pratica della discontinuità in un territorio che non sempre è percorribile, né spazialmente né temporalmente.

Nel percorrerlo il Mediterraneo ci conferma di essere un territorio tormentato e straordinario che sembra vivere ancora oggi il proprio splendore. Con la differenza che questo avviene a tempo: solo in certe ore del giorno quando ad esempio i turisti se ne vanno, in certe stagioni quando si ristabilisce un equilibrio tra presenze di persone e territorio, in certe condizioni di luce, quando finalmente vanno in ombra le orme che l’uomo ha imposto alla natura. Intervalli che occorre imparare a praticare e a rispettare.

Anche spazialmente non è percorribile con continuità. Vi sono territori difficili, altri inaccessibili, e non certo per conseguenze naturali, quanto a causa delle violenze che li infestano. Non si può scegliere nel Mediterraneo. Occorre quindi accostare alle esperienze di un viaggio reale che si interrompe continuamente, le fantasie di un percorso immaginario che emerge dalla profondità del mito, ma anche dai dati di una attualità che incalza. “La materia che è in turbolenza è la materia che racconta” dice Ilya Prigogine enunciando quasi una legge fisica. E il Mediterraneo oggi racconta il mondo.

Tutta questa complessità instabile, spesso gridata e deformata dai media, ci invita a trovare modi più sommessi, più riflessivi. A impostare un lavoro che trovi la distanza, la pausa, forse il silenzio necessario per guardare quello che normalmente è sotto il nostro sguardo ma non riusciamo a cogliere. Forse una vera e propria meditazione che ci chiede precisamente questa disposizione a mettere in gioco qualcosa di sé, della propria mente e delle proprie emozioni. Meditazione è anche una “preparazione mentale di un’impresa” (il prepararsi all’opera) che, deve essere compiuta. È una parola quindi che trattiene in sé due differenti significati di pensiero e di azione e, nel nostro caso, fortunosamente, anche la radice di Mediterraneo. Un’esperienza di pensiero e di azione che impone di passare attraverso uno spaesamento. E vivere uno “spaesamento” per affrontare “paesaggi” ci sembra una bella sfida da non perdere.

Questi paesaggi-video che si confrontano con i piaceri ma anche con le molte difficoltà dell’ “en plein air” ci insinuano continuamente dubbi: dopo aver acceso l’arte del Novecento ed essersi dispiegato nelle meravigliose imprese della fotografia e del cinema (meno della televisione) è pensabile che oggi il paesaggio sia ancora un mezzo per poter raccontare con efficacia il territorio, e in particolare questo territorio?

Dopo secoli di inespugnato dominio dello “spazio reale” che ha creato, uno sconvolgente rapporto con la profondità di campo della prospettiva, è possibile oggi nell’era del “tempo reale”, della telepresenza, delle webcam che agiscono come occhi immediati sul mondo, credere ancora nell’efficacia di un paesaggio?

 

 

 

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