Maria D’Ambrosio
(a cura di),

Media Corpi Saperi

Per un’estetica della formazione,

Franco Angeli, Milano, 2006,

pagg. 233

€ 25,00

 

 

 





 

Media Corpi Saperi a cura di Maria D'Ambrosio

 

Il sentire come cifra del rapporto fra sé e il mondo è il punto di partenza per ricostruire completamente – o perlomeno per ridare identità – al concetto di formazione.

Questo, nel volume curato da Maria D’Ambrosio è uno – solo uno – dei sensi in cui intendere il termine estetica applicato alla sfera della formazione.       

Infatti, se mai questa è stata terreno riservato alle istituzioni e alle agenzie ufficialmente preposte ad essa (la scuola, prima di tutto), oggi sicuramente non è vero. La formazione dell’individuo è un processo che avanza in ogni momento, attraverso ogni esperienza che attraversa, in cui continuamente il soggetto riceve dal mondo esterno e agisce sul mondo esterno, operativamente, creativamente.

Dalla razionalità, dalla distanza che le tecnologie discorsive della pedagogia e della pratica didattica hanno posto come base del processo formativo, è necessario passare al riconoscimento del primato – fattuale, non da istituire – della immersione del soggetto nel mondo.

Interazione, integrazione dell’Io nel mondo che sono state sempre vere, e a maggior ragione lo sono nell’era del virtuale, della moltiplicazione dei discorsi, degli universi di discorso, dei linguaggi, dei mezzi di comunicazione.

Facendo attenzione anche all’altro senso forte del termine estetica, legato al piacere, quello del creare, del costruire, del modificare il mondo sociale attraverso la propria presenza attiva. Attraverso l’arte, quindi, il fare – e il riflettere su questo fare per costruire mondi, formarsi al mondo della tarda modernità.

E per prima la sociologa napoletana ci indica questo sentiero attraverso il linguaggio che usa, i discorsi che conduce, i vari registri comunicativi che sperimenta e mette in campo nel suo libro, introducendo i vari settori in cui è diviso, e i contributi di coloro che hanno partecipato al suo viaggio: da de Kerckhove a Lamberti, da Cuomo a Guadagnuolo, da Latour a Lai, agli altri autori, passando dal discorso sui media a quello sulle arti, dal teatro, alla televisione, alla fiaba.

Al centro di tutto il volume rimane, e non potrebbe essere diversamente, il tema dell’identità contemporanea, della sua costruzione, di come condurla/aiutarla, in tempi di grande cambiamento e di scontri – ancora – fra i paradigmi del passato anche recente e quelli del tempo a venire.

Un primo punto di approdo di una ricerca che la D’Ambrosio conduce da tempo, a partire dalla sperimentazione nei luoghi del degrado e dell’esclusione, sempre con chiarezza, con passione, con determinazione, e che ci regala belle pagine e robusti strumenti di lavoro.


 

     Recensione di a.f.