Jorge Luis Borges

Il libro degli esseri immaginari

Adelphi

pagg. 261

€ 18,50

 

 

 





 

Il libro degli esseri immaginari di Jorge Luis Borges

 

Come due parti di una mappa a lungo separate e poi ricongiunte dopo alterne vicende, anche il Manuale degli esseri immaginari vede una prima pubblicazione completa in Italia. Un po’ di storia. La prima versione intitolata Manuale di zoologia fantastica venne pubblicata in Italia da Einaudi (l’edizione originale uscì in Messico nel 1957) e proponeva ottantadue voci. Il libro era firmato da Jorge Luis Borges e Margarita Guerrero e fu anche l’apice di una controversa storia d’amore cui seguì una lunga rottura.

Passarono dieci anni circa e i due riannodarono i fili della conversazione interrotta e il frutto della riappacificazione fu Il libro degli esseri immaginari: trentaquattro nuove voci. La versione italiana uscì per Theoria. Successive vicissitudini completano la complessa vicenda editoriale, ricostruita ora per intero nella Nota al testo posta in coda a questa nuova traduzione ed edizione integrale di Adelphi, seguita da un prezioso testo del curatore, Tommaso Scarano, intitolato Un singolare inventario d’irrealtà.

Lodevole iniziativa editoriale, quindi, che rientra nel piano di pubblicazione di tutte le opere di Borges e che qui offre quasi un compendio dei temi cari all’argentino, a iniziare dalla considerazione del mondo come finzione e dunque come letteratura.

Un bestiario che dalla notte dei tempi arriva fino all’età industriale, che attinge da tutti i continenti e, come è consuetudine in Borges, si affida a un numero impressionante di fonti, dalle cronache di viaggio alle leggende, dai romanzi ai poemi, incrociate con la consueta imprevedibilità dal genio argentino.

Impreziosito dalla prosa inconfondibile di Borges, al tempo stesso capace di produrre elaborati intarsi verbali e rapidi corto circuiti di senso – uno per tutti, la constatazione che la riduzione delle teste di Cerbero da cento a tre avvenuta “per maggior comodità delle arti plastiche” – il Manuale racconta di tempi in cui regnava lo stupore verso il mondo, dove immaginare l’ignoto era nell’ordine naturale delle cose e l’immaginazione intratteneva rapporti privilegiati con la memoria. Scorrono in rapida sequenza creature dalla fama consolidata o restaurata di recente, come il troll, l’unicorno, il centauro, il drago e le fate, ma anche meno celebri come il catoblepa o lo spianatore.

Modernissimo per concezione il libro non ha principio o fine, poiché: “Non è stato scritto per una lettura consecutiva. Vorremmo che i curiosi lo frequentassero come chi gioca con le forme mutevoli svelate da un caleidoscopio”. Forse un giorno qualcuno inizierà a riferire di esseri che si annidano nella rete, avvistati da navigatori coraggiosi capaci di ritornare per riferire, forse un giorno qualcuno ritroverà il gusto e gusto nel comporre mosaici verbali, forse un giorno ci sarà il compilatore di una biblioteca universale in codice binario, forse si narrerà di simili stupefacenti abitanti del mondo virtuale e nel tempo se ne conserverà il ricordo. Forse.


 

     Recensione di g.f.