Mens sana? In corpore sano?

 

di Gennaro Fucile

 

Passato il tempo delle esplorazioni dello spazio esterno, tramontata la stagione delle immersioni nello spazio interno, siamo accomodati nell’era della ricognizione dello spazio che chiameremo superficiale, ovvero quell’area del reale che attiene al corpo, sia la sua superficie sia il suo contenuto remoto, sottopelle, a varie profondità.

Il corpo è al centro di tutte le riflessioni speculative, di tutte le strategie politiche, produttive, commerciali e comunicative.

Il corpo

-       segnala passioni e patologie, anche un corpo morto comunica, per il solo fatto di esserci;

-       si è trasformato da forziere privato in pubblica banca dati;

-      risulta oggetto e soggetto dell’arte contemporanea, il corpo dell’artista e/o dello spettatore, operatori di performance, voyeur di performance;

-        è celebrato da eroi invincibili, indistruttibili del cinema, del fumetto e dello sport;

-       si è trasformato in emblema dell’emancipazione e della sperimentazione. I sensi emarginati dalla tirannia della vista conquistano pari diritti;

-       funziona da monitor dei cambiamenti ambientali e da testimonial dell’evoluzione del gusto, dell’estetica, della moda;

-        rivalutato non cancella vecchie prerogative: annuncia nuove malattie, impiegando media globali, trasformando i contagiati da nuovi virus in star della patologia;

-        si versa in apposite banche (sperma, ovuli, sangue), per poterlo investire dove la domanda lo richiede.

-         si cede anche a singoli pezzi, si donano o si trafficano illecitamente organi, nobili tragedie vs tragedie orripilanti. Non solo regalo o compravendita, ma anche affitto (uteri).

-         è il bersaglio di tutta la produzione dei beni di largo consumo.

Sono mutati i discorsi sul corpo e i corpi si sono modificati, meglio: sono entrati in una alterazione permanente.
Il volume che documentava la mostra Gli stili del corpo. Il cibo e i suoi simboli nel XX secolo (Milano, 22/20 aprile 1988) introduceva la documentazione iconografica con delle prefazioni ai singoli periodi/decenni. Estraendone dei passi, ne emerge una interessante sequenza:

L’inizio secolo e gli anni Venti
Un progressivo cancellare, togliere, liquidare, svelare.

Gli anni Trenta e la fine della guerra
Riprende a dominare l’opulenza fisica.

Il dopoguerra e gli anni Cinquanta
Gli stili del corpo lentamente si trasferiscono al centro delle nostre rappresentazioni simboliche.

Gli anni Sessanta
Il corpo deve essere svelto e magrissimo, ma non particolarmente sportivo.

Gli anni Settanta
Il corpo vive una vita indipendente rispetto alle forme esteriori, ai vestiti.

Gli anni Ottanta
La stessa natura, la salute corporea non sono soltanto il risultato di scelte consapevoli, ma condizioni per esserci, per esistere nei sistemi di comunicazione di massa.

Aggiorniamo la cronologia fino ad oggi:

Gli anni Novanta e l’inizio del XXI secolo
Si leggano di seguito, o al contrario, oppure in ordine sparso le tendenze dei decenni precedenti.

 

 

 

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