telec

di Patrizia Simone

 

Sotto la guida della ragione noi seguiremmo
il maggiore di due beni e di due mali il minore.

Baruch Spinoza, Ethica 

A guy opens his door and gets shot and you think that of me?
No. I am the one who knocks!  

Walter White, Breaking Bad (6° episodio, IV serie)

Celebrata dalla critica e dal pubblico, Breaking Bad è forse la più avvincente e originale riflessione sul male mai elaborata nella storia della serialità televisiva. Creata da Vince Gilligan, già sceneggiatore di X-Files, e sostenuta da un cast di primo livello (in primis Bryan Cranston nei panni del protagonista), la serie ha fatto incetta di premi e riconoscimenti e battuto record di ascolti, diventando un vero e proprio cult. Trasmessa dalla rete via cavo statunitense AMC dal 2008 al 2013, e sviluppata in cinque stagioni, Breaking Bad si inserisce a pieno titolo in quel filone di serialità televisiva che va da The Sopranos a The Wire, da Mad Men a The Shield, capace di sviluppare le immense potenzialità espressive di questa forma narrativa e di sancirne, una volta per tutte, la dignità artistica. 
Breaking Bad è costruita sulla discesa agli inferi del protagonista Walter White – Walt per gli amici – anonimo professore di chimica in un liceo di Albuquerque, New Mexico. Devoto padre di famiglia, si sobbarca un secondo lavoro in un autolavaggio per sostenere il figlio adolescente, affetto da una lieve forma di paralisi cerebrale, e la moglie incinta della secondogenita. Pur essendo stato un chimico brillante e pur nutrendo un'autentica passione per la materia, ha perso la sua grande occasione anni addietro, avendo abbandonato (per ragioni personali non del tutto chiarite) l'azienda farmaceutica fondata con dei colleghi e destinata a diventare un business miliardario. Percepito come un uomo remissivo e di scarso nerbo, Walt fatica a farsi rispettare dagli studenti e subisce le prevaricazioni del suo datore di lavoro.
Alla soglia dei cinquant'anni, Walt si ritrova così alle prese con le delusioni e le frustrazioni di un'esistenza che non ha mantenuto le promesse della gioventù e che mette in crisi la retorica del sogno americano. Il cognato Hank, un poliziotto un po' spaccone, non esita ad infierire, paragonando continuamente la propria ambiziosa carriera come agente della DEA alla routine parca di soddisfazioni di Walt. 
Questo fragile equilibrio, tenuto insieme dal senso di responsabilità e dalla disciplinata adesione ai valori familiari, viene definitivamente scompaginato nel momento in cui Walt scopre di avere un cancro al polmone allo stadio avanzato. Dovendo fronteggiare costosi trattamenti medici, Walt si ritrova messo alle strette dai problemi economici fino a quando l'incontro casuale con Jesse Pinkman, scapestrato ex-allievo entrato nel giro della metanfetamina, gli offre inaspettate opportunità di guadagno. I due si mettono in affari e Walt può finalmente mettere a frutto, sebbene in modo imprevisto, il suo talento in fatto di chimica. Il mite e onesto professore di liceo, cittadino esemplare e padre di famiglia modello, si trasforma nel re della metanfetamina. Una collaborazione, quella tra il professore e l'allievo, che si struttura nel segno di un rapporto para-genitoriale perennemente improntato al conflitto. L'improbabile duo si ritrova a preparare (o meglio “cucinare”, per restare fedeli al gergo originale) cristalli di metanfetamina in laboratori improvvisati, allestiti alla meglio in un minivan stazionato nel deserto. La crystal meth ottenuta, insolitamente pura e caratterizzata da una peculiare colorazione blu, riscuote un tale successo sul mercato da diventare una specie di brand, e Walt adotterà un alias, quasi un marchio di qualità, per il suo inconfondibile prodotto: “Heisenberg”. In Negro y azul (settimo episodio della seconda stagione), la fama del misterioso gringo narcotrafficante viene celebrata dal narcocorrido Heisenberg Song, una geniale e assurda ballata folk, montata in sostituzione del teaser, che ci regala un momento di autentico piacere metanarrativo: “Hablan de un tal Heisenberg / que ahora controla el mercado / No saben nada de él / porque nunca lo han mirado”.

 

Il successo dell'impresa e l'ingresso di Walt nel mondo della criminalità daranno inizio ad una reazione a catena inarrestabile, un domino infernale a cui i personaggi non possono sottrarsi e in cui la distinzione tra Bene e Male viene continuamente messa in discussione. Una volta aperto il vaso di Pandora sarà impossibile tornare indietro. 
Partendo da una svolta narrativa drammatica (la realtà del sistema sanitario americano), Breaking Bad si sviluppa in modo da affrontare in modo non banale temi scottanti quali la malattia, la droga, i rapporti familiari, la responsabilità individuale e, in definitiva, la questione del male. Un processo attraverso il quale si delinea la progressiva metamorfosi di Walter White in Heisenberg, da docente a narcotrafficante, da cittadino modello a spietato criminale. L'intenzione del creatore Vince Gilligan era infatti quella di fare del protagonista un antagonista, ovvero “trasformare Mr Chip in Scarface”. Un'evoluzione resa più credibile dalla natura stessa delle serie televisive, che permette di seguire l'arco di evoluzione di caratteri e personaggi in modo più dettagliato rispetto alla narrazione cinematografica, inevitabilmente vincolata a tempi più concisi e alla necessità di sintesi. In questo senso, come osservano Luca Bandirali ed Enrico Terrone, la moderna serialità televisiva ha sviluppato una maturità artistica tale da poter soddisfare “un'aspirazione al romanzo tipica del cinema narrativo ma senza le forzature che il cinema era costretto compiere”. Per i due critici le serie tv rappresenterebbero l'ideale sintesi di due modelli narrativi storicamente opposti tra di loro: quello dell'epica romanzesca, sviluppata orizzontalmente attraverso un'articolazione temporale, e quello drammaturgico (in forma teatrale o cinematografica), focalizzato sulla rappresentazione della scena. Grazie alle sue caratteristiche ontologiche (divisione in episodi e stagioni, serialità), le serie tv possono portare avanti la narrazione sia in termini di orizzontalità (la continuità del plot di episodio in episodio) che verticalità (lo sviluppo drammaturgico interno ad ogni episodio). Questa estensione sui due assi permette alle serie di elaborare una serie di rimandi temporali che creano una tensione permanente tra passato e futuro. 
È il caso del leitmotiv del peluche rosa nella seconda stagione, unico oggetto colorato in una sequenza in bianco e nero, che ricorre come flashforward negli episodi di questa stagione a sancire il legame tra la cattiva coscienza di Walter e le conseguenze, spesso incontrollabili e devastanti, che ne derivano. 

Nella seconda stagione la costruzione dell'identità criminale Walt si rivela compiutamente come un processo inarrestabile e la sua conclamata adesione al male diventa un fattore propulsivo di effetti incontrollabili e nefasti (le “reazioni collaterali” a cui allude il sottotitolo italiano). In Phoenix (dodicesimo episodio della seconda stagione) Walt si rende responsabile della morte di Jane, la ragazza di Jesse, assistendo alla sua overdose senza intervenire. Quando Jane, che come Jesse si trova in stato di torpore per la droga, rischia di essere soffocata dal vomito, il primo istinto di Walt sarebbe quello di soccorrerla. Ma un attimo dopo cambia idea, paralizzato da un inevitabile calcolo opportunista: Jane lo ha ricattato e la sua morte risolverebbe molti problemi. Walt oscilla continuamente tra impulsi moralmente contraddittori: d'altra parte, a spingerlo a casa di Jesse è stato un afflato quasi paterno, nutrito da una conversazione sull'importanza della famiglia avuto con uno sconosciuto al bar (in realtà il padre di Jane): “Family. You can't give up on them. What else is there?". Walt si reca da Jesse armato di buone intenzioni ma cede all'occasione accidentale di perseguire il proprio interesse. Seppure turbato e in lacrime, lascia che Jane soffochi. Nell'episodio successivo, Albuquerque, il padre di Jane, controllore del traffico aereo, devastato dal dolore per la perdita della figlia, commette un errore a lavoro che causerà una collisione aerea e la morte di centinaia di persone. Le macerie dell'incidente pioveranno su Albuquerque, e il peluche rosa, anticipato dalle sequenze in bianco e nero, finirà per cadere proprio nella piscina di Walter. 
Se in Phoenix vengono gettati i semi del conflitto tra l’etica personale di Walt e le necessità imposte da una morale criminale dove l’unica legge è quella del proprio interesse, questo conflitto esploderà con forza dirompente in Ozymandias, quattordicesimo episodio della quinta stagione. Hank viene ucciso da Jack, avanzo di galera e socio di malaffare di Walt, il quale lo supplica di risparmiare il cognato (“He’s family”) arrivando ad offrire gli 80 milioni di dollari guadagnati con la droga pur di salvargli la vita. Nel suo goffo tentativo di convincere Jack, Walt rivela perfino dove sono sotterrati i bidoni in cui ha nascosto il corposo bottino. Un tentativo inutile, anche perché Hank preferisce morire fedele alla propria integrità professionale piuttosto che accettare un compromesso per salvarsi. "My name is agent" A.S.A.C Schrader, and you can go fuck yourself" dirà sprezzantemente a Jack prima di invitarlo a sparare. Walt assisterà impotente alla morte di Hank, prima di essere legato mentre gli scagnozzi di Jack dissotterrano uno ad uno i bidoni pieni di soldi. È il punto di non ritorno definitivo: morto Hank, Walt perde ogni scrupolo e rivela a Jesse di aver visto Jane morire senza fare nulla. Ozymandias, il cui titolo si riferisce all’omonimo sonetto di Percy Bysshe Shelley sulla natura effimera del potere, è uno degli episodi più acclamati di Breaking Bad, in grado di sintetizzare magnificamente l’ascesa e il declino dell’antieroe Walter White rintracciando le estremità opposte dell’arco temporale di questo romanzo criminale. L’episodio inizia infatti con un flashback che ci riporta agli inizi della vicenda: mentre prepara una partita di droga con Jesse, Walt riceve una chiamata dalla moglie Skyler e inventa una scusa per giustificare il suo ritardo. In quella occasione i due scelgono il nome Holly per la nascitura. Il passato assume una dimensione quasi idilliaca, in cui era possibile pensare al futuro e immaginarlo migliore. Dopo questo incipit, ritorno al presente trafigge come una stilettata: il tempo adesso è una bomba ad orologeria votata alla distruzione.

 

Moderna parabola sul male, Breaking Bad ci offre l'occasione di riflettere sulla natura umana e sul concetto di responsabilità. La carriera criminale di Walter White inizia nel segno dell'intraprendenza di un uomo in difficoltà che trova una soluzione, illegale ma creativa, per pagarsi la chemioterapia e sostenere la famiglia. In questa prospettiva il male diventa, per dirla con Spinoza, il bene minore, e si finisce inevitabilmente per simpatizzare per Walt e il suo istinto di autoconservazione. 
Eppure, nel corso degli episodi, la motivazione ultima delle attività criminose del protagonista si trasforma, o piuttosto rivela la sua vera natura. Cosa spinge davvero l'integerrimo americano Walter White a mentire, uccidere, produrre metanfetamina? Il desiderio di potere? I soldi (cosi tanti e così sporchi da non potere essere neanche spesi facilmente)? Il bisogno di un riscatto intellettuale? Un delirio di onnipotenza e narcisismo scatenato dalla classica crisi di mezza età?
Quando, in Cornered (sesto episodio della quarta serie), Skyler si preoccupa che commercio di droga metta in pericolo la sicurezza della famiglia, Walt le risponde con orgoglio minaccioso di essere lui stesso il pericolo. La battuta “I am the one who knocks”, forse la più celebre dell'intera serie, getta luce sulle autentiche ragioni del personaggio. Allo stesso modo, nella puntata finale della serie, Felina, in una straziante conversazione con Skyler, Walt ammetterà di aver intrapreso la strada del crimine per se stesso, per sentirsi vivo: “I did it for me. I liked it I was good at it. And I was really… I was alive”. Questa confessione è un grido doloroso di ribellione ai codici sociali, una rottura con l'ordine costituito, una sfida all'autorità e alla legge, come ribadisce la locuzione del titolo (breaking bad è un colloquialismo del Southwest americano per “scatenare l'inferno”). Destinato al disfacimento dalla malattia, Walter White cerca un senso di legittimazione e autoaffermazione nella vita criminale. Questa scelta, inizialmente favorita dalle circostanze, diventa un ultimo fuoco di hybris prima di morire, il cardine di un cupio dissolvi in grande stile, orchestrato per riscattare un'esistenza castrante e rivendicare di fronte al mondo una nuova immagine di sé. Walter White conquista una scintilla di libertà scegliendo di diventare il villain che ha interpretato, una scelta di cui dovrà accettare le estreme conseguenze. La trasformazione è completa: Mr Chips è diventato Scarface.

 


 

LETTURE

  Luca Bandirali, Enrico Terrone, Filosofia delle serie TV. Dalla scena del crimine al Trono di Spade, Mimesis, 2013.