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di Gennaro Fucile
Nurse With Wound nati dall'incontro fortuito
tra una ferita e un'infermiera

Nurse With Wound è un’idea di Steven Peter Stapleton che prende forma nel 1978. Nurse With Wound (NWW d’ora in avanti) nasce con un intento preciso: épater le bourgeois. Sbalordire secondo i dettami degli artisti maledetti di fine Ottocento, scandalizzare seguendo i dettami delle avanguardie storiche, i provocatori di inizio Novecento e di tutti i successivi epigoni. Una bella sfida, considerato che il progetto NWW nasce alla fine degli anni Settanta, e quindi si ritrova alle spalle una montagna di ismi, tutti dediti a portare a termine la stessa nobile missione: perturbare l’uomo borghese. Evidentemente, però, Stapleton non era tipo da farsi impressionare da un secolo di esperimenti, di tentativi di superare il limite, di oltrepassare le realtà presenti, di calpestare la norma, tant’è che nel 1979 diede alle stampe il primo lavoro della band appena costituitasi, un autentico manifesto dell’anarchia sonora che da allora in avanti caratterizzerà tutta la produzione firmata NWW (quelli d’altra parte erano tempi di Anarchy in the U.K., come sgangheratamente cantavano i Sex Pistols). L’album si intitola Chance Meeting On A Dissecting Table Of A Sewing Machine And An Umbrella, venne registrato in sei ore e vedeva in formazione oltre a Stapleton (organo, percussioni, giocattoli, utensili, nastri e rumori), John Fothergill (chitarra elettrica ed effetti sonori) e Heman Pathak (tastiere, pianoforte ed effetti sonori). Questa è la line up di partenza di NWW che nell’album di esordio si fece dare una mano di alcuni ospiti: Nadine Mahdjouba (voce), Nicky Rogers (impegnato con una singolare commercial guitar) e Peter Hennig (pianoforte). Stapleton centrò subito il bersaglio: tutto intendeva stupire e non poteva non stupire, dalle immagini (la copertina con la mistress armata di frusta, in tuta di latex che lascia scoperti i floridi seni e che osserva – al di là dello specchio? Che sia una nuova Alice? – una fila di figure maschili un po’ larvali) alle note di copertina e alla materia sonora incisa. L’album venne dedicato a Luigi Russolo (in seguito, per ribadire, le due tracce del terzo album, Merzbild Schwet del 1980 venenro intitolate Futurismo e Dada), padre di tutti coloro che bazzicano i territori della sperimentazione sonora, che adoperano attrezzi elettronici e registrano tutto quanto (s)corre nell’aria. Il futurista italiano in realtà condivide con il russo (sovietico) Arsenij Avraamov (vedi Quaderni d’altri Tempi n. 24) il titolo di primo autore di rumore musicale, ma questa è un’altra storia. Fatto sta che l’album mise subito in chiaro da dove discendevano tutti i suoni chiamati a raccolta da Stapleton e soci. Avanguardie storiche e, oltre alla dedica esplicita, c’era il titolo a chiarire ulteriormente il programma d’arte concettuale che veniva proposto: “L’incontro fortuito sopra un tavolo d’anatomia fra una macchina per cucire e un ombrello”. Il testo è prelevato dal sesto dei Canti di Maldoror di Lautréamont.
L’intero passaggio – di una tale bellezza da valere la pena di riportarlo per intero, è il seguente: “Il est beau comme la rétractilité des serres des oiseaux rapaces; ou encore, comme l'incertitude des mouvements musculaires dans les plaies des parties molles de la région cervicale postérieure; ou plutôt comme ce piège à rats perpétuel, toujours retendu par l’animal pris, qui peut prendre seul des rongeurs indéfinitiment, et fonctionner même caché sous paille; et surtout, comme la rencontre fortuite sur une table de dissection d'une machine à coudre et d'un parapluie!”.
Ovvero: “È bello come la retrattilità degli artigli degli uccelli rapaci; o anche come l'incertezza dei movimenti muscolari nelle pieghe delle parti molli della regione cervicale posteriore; o piuttosto, come quella perpetua trappola per topi che da sola, sempre ritesa dall’animale imprigionato, può prendere i roditori indefinitivamente, e funzionare anche nascosta sotto la paglia; e soprattutto come l’incontro fortuito sopra un tavolo d’anatomia fra una macchina per cucire e un ombrello!” (Lautréamont, 1967, pag. 380). È una citazione che indica la strada subito intrapresa da NWW. L’opera di Isidore Lucien Ducasse “comte de Lautréamont”, fu amata, molto amata da dadaisti e surrealisti, da Philippe Soupault che lo riscoprì ad André Breton che ne incluse dei passi nella sua Anthologie de l'humour noir (1940), a Salvator Dalì che realizzò delle illustrazioni dell’opera nel 1934, a Man Ray che nel 1920 realizzò l'Enigma di Isidore Ducasse, una macchina da cucire avvolta completamente con del feltro e legata con dello spago. Max Ernst chiarì nel 1937 in che cosa consistesse la pittura surrealista, proprio a partire da questo passaggio dei Canti: “L'incontro fortuito di due realtà distanti su un piano non corrispondente” (Ernst, 1970, pag. 253). Il cerchio in apparenza quadra, si può ipotizzare che il metodo di montaggio dei suoni da parte di NWW sia affine proprio a quello dei tre romanzi-collages di Ernst riuniti successivamente sotto il titolo di Una settimana di bontà (vedi Quaderni d’Altri Tempi n.11). Non componimenti ma giustapposizioni. I NWW non erano i soli a battere questa strada. La cosiddetta scena industriale che aveva preso le mosse dagli attacchi audio/video dei Throbbing Gristle a metà degli anni Settanta, vedeva sperimentazioni ed esagerazioni proliferare un po’ ovunque: incroci di musica elettronica, rumore e suoni d’ambiente, diedero luogo a una panoplia di suoni che lasciava poco di inesplorato. Quello che distinse subito NWW fu il loro originale bric-à-brac musicale: un calderone di suoni fatti in casa e tagliati e cuciti insieme con perizia, cosicché il metodo di lavoro di NWW è in un certo senso antesignano della manipolazione totale dei suoni resa possibile solo con il pieno avvento del digitale. I loro lavori spiegano perché tra i numi tutelari dell’industrial music ci fosse William S. Burroughs, omaggiato non solo per il suo attacco visionario al sistema, ma anche per aver reso noto, insieme a Brion Gysin, delle sorprese che riserva l’uso del cut-up. In fondo, molta dell’opera di NWW è affine alla narrativa di Burroughs, – “Io non sono che uno strumento di registrazione… Non pretendo di imporre né storia, né trama, né continuità” (Burroughs cit. in Lemaire, 1983) –, priva com’è, questa, di trama tradizionale (o di trama tout court). Leggere i romanzi di Burroughs partendo da un punto qualsiasi, andare fino in fondo e poi riprendere dall’inizio per giungere al punto da cui si è partiti, offre la stessa possibilità di fruire dell’opera di una lettura tradizionale dall’inizio alla fine. Anche ascoltare NWW partendo da un punto qualsiasi delle loro registrazioni, è lecito, quasi l’unico ascolto possibile. Anzi, si può congetturare che ogni istante dell’opera in suoni e rumori di NWW può essere assunto come inizio o fine, oppure potrebbe anche stare da un’altra parte. O forse no, esiste una logica, un progetto, Stapleton ha costruito una sequenza in quel modo e non diversamente, seguendo l’imperscrutabile che lo abita. Vale anche per Burroughs.

Certo, in diversi passaggi di Chance Meeting On… si percepisce ancora un legame con sonorità e strutture tradizionali: una porzione del primo brano Two Mock Projections è un assolo di chitarra pinkfloydiano e qualcosina del genere si riascolta nella terza e conclusiva traccia Blank Capsules of Embroidered Cellophane, mentre The Six Buttons of Sex Appeal possiede per intero quella natura inespicabile tipica di NWW.
In seguito, poi, il suono si è fatto sempre più alieno, quasi materializzando incubi alla Clive Barker, come l’inesplicabile Homotopy to Marie (1982), una striscia di suoni cigolanti, di stridii, voci malsane, eruzioni sotteranee… “un sommesso crepitio, un viscido scorrere di membrane, un fruscio di rettili, un sommesso cicalio di bozzoli che si schiudono, il tremolio di ali invisibili” (Manganelli, 2007, pag.24). Molta della produzione successiva sarà orientata in questa direzione: cupissimi fondali sonori, che originano da fonti non sempre individuabili e disturbati da frivolezze, magari da un cha-cha cha, per esempio. Accade tuttora, come nel recente The Surveillance Lounge (2009), lavoro tetro dove la prima traccia ad esempio, Close to You, è un autentico delirio da un altro mondo, un quarto d’ora di voci che sembrano provenire da creature innominabili, evocazioni rituali, salvo poi chiudere con il campionamento del brano di Burt Bacharach che ha lo stesso titolo, il successone dei Carpenters. La formazione era già cambiata ai tempi di Homotopy To Marie, in pratica un solo di Stapleton, e da allora sotto la sigla NWW suoneranno a rotazione diversi musicisti. Resterà invece costante l’impossibilità di essere normali, a cominciare dalla sterminata discografia con edizioni prima in cassetta, poi in vinile a tiratura limitata, ancora in vinile ma con brani remixati, poi in digitale, successivamente in nuove versioni con brani in più, scalette rivedute, rimasterizzazioni, per non parlare delle innumerevoli partecipazioni a compilation più o meno oscure, brani poi ripescati, ri-antologizzati, i singoli, i dischi a quattro mani con altri gruppi: un labirinto. NWW è l’incostanza fatta suono. Infine, lo scorso anno, l’apoteosi del collage, Paranoia In Hi-Fi, assemblaggio di frammenti estratti dalla discografia NWW e messi in sequenza, settantanove minuti di cellule audio, un semolino gustoso, poiché privilegia il variegato versante della space age music, exotica e neo lounge. Non a caso il puzzle include diverse tessere che arrivano dalle collaborazioni di NWW con gli Stereolab. Altra singolarità del disco consiste nell’essere venduto esclusivamente in negozio su supporto fisico al prezzo di 99 pence (che in Italia per motivi legati all’importazione si aggira intorno ai 5 euro). Trent’anni con parecchie produzioni che oggi mostrano la corda, datate si direbbero, cimeli di quella stagione, della prima era industrial, polverosi esperimenti in qualche caso più vecchi della avanguardie che celebrano. La storia di NWW però è andata, sempre, contemporaneamente, in direzioni diverse. Nel 1986 pubblicano Spiral Insana dove la fonte d’ispirazione principale è il rock elettronico tedesco, due anni dopo esce Soliloquy For Lilith, ruminazioni e reiterazioni elettroniche, qualcosa che suona come un Terry Riley ridotto all’osso, rallentato, ancora più insistito, ammaliante, inquietante e disturbante al tempo stesso. Opera monumentale, che nell’ultima edizione digitale si sviluppa lungo tre cd. Sempre nel 1986 partecipano a un progetto che ha dell’impossibile: trasformare in musica gli spartiti di Adolf Wölfli. Il disco si intitola Necropolis Amphibians And Reptiles (The Music Of Adolf Wölfli) e i NWW propongono due brani, Lea Tantaaria e Great-God-Father-Nieces, che nel 2001sono finiti in Crocodile Krazy Glue, antologia in formato Mp3 di tracce di varia provenienza, dove si può anche apprezzare un’ossessiva e lunare versione di C'era una volta un piccolo naviglio (la traccia è The Strange Play Of The Mouth). Il resto dell’album è affidato ad altri spericolati suonatori dello strano: i francesi DDAA (ovvero Déficit Des Années Antérieures) e Graeme Revell all’epoca ancora membro degli SPK (cioè, Sozialistisches Patientenkollektiv, formazione di sinistra nella Germania sessantottina) e poi passato a scrivere colonne sonore di successo (The Crow, ad esempio). Ma chi era Adolf Wölfli? Internato a meno di trent’anni, rimase in manicomio per i restanti trentacinque anni della sua vita, disegnando, scrivendo e componendo musica. Tutto insieme, però o pressappoco, e questo rende vagamente l’idea di che cosa voglia dire eseguire le composizioni Wölfli, un visionario che anticipò Andy Warhol di qualche decennio e che riscrisse un’apocalittica storia dell’universo. Autore di veri e propri affreschi su carta, dove una scrittura fittissima si intreccia con immagini di animali fantastici, con inserti di ritagli da giornali, cartoline. Scrisse, illustrò dipinse migliaia di pagine. Il suo “sistema di notazione musicale utilizza un pentagramma a sei linee e insieme alle note tradizionali comprende le sillabe, secondo l’uso francese. Wölfli canticchiava per molte ore al giorno dentro una trombetta che si costruiva con un cartoncino arrotolato: si definiva ‘compositore’ e sosteneva  di eseguire le musiche che leggeva direttamente dalle sue scritture…” (Tosatti, 2000, pag. 157). La vera art brut, un personaggio che affascinò anche Breton e non poteva non piacere a Stapleton. Parallelo al filone rumorista, a quello minimalista e quello “easy” c’è poi il sodalizio con David Tibet, mente, guida, anima della congrega Current 93, partiti come esecutori di un rumorismo luciferino e poi autori di un folk apocalittico non sempre convincente, ma i due sono amici e diverse sono le tracce del loro legame, tra cui, guarda caso un Live At Bar Maldoror (1987) e un Maldoror est mort (1986), ma la cosa migliore scaturita dai due è Thunder Perfect Mind (1992), album attraversato da un’ispirazione psichedelica che ne tutela la durata nel tempo. Il disco venne firmato dai Current 93, ma in contemporanea uscì un album omonimo dei NWW, giusto per non dare mai punti di riferimento precisi. Tibet lo si ritrova anche nella recente ristampa in formato digipack di Chance Meeting On…, poiché alla scaletta originale è stata aggiunta una quarta traccia, Stain, Crack, Break. È la lettura da parte di Tibet di una lista di nomi. Giocando con il nastro della registrazione si ottiene un effetto corale, con voci che, con timbri diversi, ripetono i nomi di un elenco di musicisti. La lista era riportata nella prima edizione e viene riprodotta, insieme agli inquietanti collage che ornavano il vinile, nella ristampa in formato digipack uscita quest’anno. È una lista che si aggira in rete dove funge da bussola per siti e blog musicali, che la adoperano come una traccia per discografie dell’altrove. È una lista bizzarra, esagerata, improbabile, inattendibile, onnivora. Azzardi in sequenza, un elenco di singoli musicisti e di gruppi sottesi al progetto NWW. Una lista di influenze. Forse una gigantesca burla. È il background musicale di NWW. C’è di tutto, da nomi famosi, come Frank Zappa, i King Crimson, gli Area, i Velvet Underground, Karlheinz Stockhausen e Yoko Ono, a oscure formazioni come i Dadazuzu. Ci sono compositori e formazioni di importanza capitale come John Cage, Steve Lacy, This Heat, Soft Machine, e band con peso specifico zero, come Brühwarm e Capsicum Red. Ci sono i Faust, signori indiscussi dello studio di registrazione, eccelsi manipolatori del suono, i maestri con cui quasi trent’anni dopo, nel 2007, i NWW si sono finalmente in(s)contrati per realizzare Disconnected (vedi Quaderni d’Altri tempi n. 10). Si possono trovare citati sia i musicisti sia i gruppi dove hanno suonato, come Hugh Hopper e Robert Wyatt (Soft Machine), Nico (Velvet Underground), Fred Frith (Henry Cow e Art Bears), Demetrio Stratos e Patrizio Fariselli (Area). Sono citati diversi italiani: Franco Battiato (all’epoca sperimentatore elettronico), Il Balletto di Bronzo, Napoli Centrale. La lista venne estesa nel secondo album, To The Quiet Men From A Tiny Girl (1980), finendo per sfiorare i trecento nomi. Un juke-box borderline. Alcuni nomi sono inclusi in virtù di un solo brano. Forse una burla. Capì tutto, John Gill della rivista Sounds! (oggi scomparsa). Gill recensì Chance Meeting on… dando come voto finale, invece delle classiche stellette (da una a cinque), cinque punti di domanda. Certo, il giudizio poteva essere qualcosa come: musica surrealista lisergico elettrorumorista del sottosuolo, ma, ancora oggi, è difficile trovare un giudizio concepito meglio, anzi valido per l’intera carriera di Nurse With Wound: ?????

 

 


 

:: letture ::

Ernst M., Au-delà de la peinture, in Écritures, Gallimard, Paris, 1970, trad. it. Scritture, Rizzoli, Milano, 1970.

Lautréamont, Les chants de Maldoror, trad. it. I canti di Maldoror, in Opere complete, Einaudi, Torino, 1967.

Lemaire G.-G., La machine à écrire molle, trad. it. William Burroughs: una biografia. La mappa di una scrittura, Sugarco, Milano, 1983.

Manganelli G., La palude definitiva, Adelphi, Milano, 2007.

Tosatti B., Scritture e scrizioni, in Arte e psichiatria. Uno sguardo sottile, di Giorgio Bedoni e Bianca Tosatti, Mazzotta, Milano, 2000.

 

:: ascolti ::

AA.VV, Necropolis, Amphibians & Reptiles - The Music Of Adolf Wölfli, Musique Brut, 1986.

Current 93, Thunder Perfect Mind, Durtro, 1992.

Faust/Nurse With Wound, Disconnected, Art-errorist, 2007.

Nurse With Wound, Homotopy To Marie, United Dairies, 1982, United Jnana, 2007.

Nurse With Wound, Merzbild Schwet, United Dairies, 1980, United Dairies, 1990.

Nurse With Wound, Paranoia In Hi-Fi, United Dirter, 2009.

Nurse With Wound, Spiral Insana, Torso, 1986, United Jnana, 2009.

Nurse With Wound, Soliloquy For Lilith, Idle Hole records, 1988, United Jnana, 2003.

Nurse With Wound, The Surveillance Lounge, United Dirter, 2009.

Nurse With Wound, To The Quiet Men from a Tiny Girl, United Dairies, 1980, United Dairies, 1990.

Stereolab/Nurse With Wound, Crumb Duck, Clawfist 1993, United Dairies, 1996.