Simpsons Comics - n.100,
Panini Comics
104 pp a col.
4.90 €

 

 

 

 

 

 

 





 


Simpsons Comics N. 100
 

 

Fedeli alla moderna cultura di massa che trasforma un successo mediatico (di qualsiasi natura) in un insieme di oggetti da merchandising, I Simpson sono stati fin dall’inizio trasformati da cartoon in fumetto. Ma si compie un macroscopico errore se si pensa che tale operazione sia solo frutto di una scelta commerciale e nulla di più. Nel caso della famiglia gialla ci troviamo di fronte ad un cartoon che con le sue storie, i suoi dialoghi, i suoi personaggi rimanda – essenzialmente attraverso il meccanismo della citazione – a simboli e riferimenti alla cultura pop, dai film ai telefilm, fino ai fumetti stessi. Non si contano, ad esempio, le citazioni ad una delle serie di fantascienza più note al mondo, come Star Trek, così come spesso sono stati cartoonizzati personaggi del mondo del cinema.

I fumetti de I Simpson, dunque, vanno visti come un ulteriore capitolo della saga e, in un certo senso, un ritorno alle origini, al Groening delle strip.

L’approdo alla dimensione comics avviene nel 1991, quando Bill Morrison,  Steve e Cindy Vance pubblicarono le prime quattro storie dei Simpsons Illustrated sul Welsh Publishing Group Inc. Nel 1993, Matt Groening fonda invece il Bongo Comics Group, che diventa detentore dei diritti/editore dei fumetti tratti dallo show televisivo.

Il primo albo pubblicato dalla nuova etichetta è Simpsons Comics And Stories Issue, con le serie Simpsons Comics, Bartman, Radioactive Man e Itchy and Scratchy Comics. Nel 1995, si aggiungono i fumetti Lisa Comics, Krusty Comics e Bart Simpson's Treehouse of Horror. Nell’ottobre del 2000, appare il primo numero di Bart Simpson Comics, che viene pubblicato quattro volte all’anno.

In Italia, i fumetti della famiglia gialla arrivano nel maggio del 1998, ad opera della casa editrice Macchia Nera, che pubblica la testata I Simpson. La serie è curata da Luca Raffaelli e Francesco Artibani, sostituiti dal numero 32 (dicembre 2000) – che sarà anche l’ultimo albo edito da Macchia Nera – da Giorgio Pelizzari. Nell’ottobre del 2001 è la Dino Entertainment Italia a riprendere le pubblicazioni fino al numero 41, quando il fumetto viene co-editato dalla Panini Comics e poi solo da quest’ultima dal numero 51 fino ad oggi. La Panini pubblica anche le altre serie parallele e le miniserie Bartman, L'Uomo Radioattivo, Krusty Comics, Treehouse of Horror, curate attualmente da Luca Boschi.

La serie principale è arrivata ad un ragguardevole traguardo: il numero 100, in cui sono di scena Krusty, Skinner, Apu, Milhouse, Radioactive Man, guardie e ladri, padroni e lavoratori dipendenti, santi e peccatori... Tutto ha inizio con la clamorosa scoperta di Bart che le avventure della sua famiglia sono pubblicate in un albo a fumetti. Forse il sindaco Quimby ha venduto sottobanco i diritti sulla loro immagine? E perché di tali pubblicazioni non c'è traccia a Springfield? Per venire a capo di questi interrogativi, Bart e Lisa scandagliano ogni meandro della città in cento tavole a fumetti, passando dalla Tana dell’Androide alla bottega di memorabilia militari di Herman, e giungono a una popolarissima mostra mercato di comics.

Il fumetto de I Simpson è, in definitiva, una vera e propria sintesi del linguaggio grafico dei comics, combinato con il citazionismo proprio del cartoon. Ma non solo. Il fumetto usa lo stesso approccio della serie tv nella costruzione delle vignette. Come nella serie animata, esso adotta il registro cinematografico, costruendo le sequenze con una alternanza di primi piani, di controcampi, di piani americani e così via, in modo da costruire una sequenza filmica o, se si vuole, quasi uno storyboard di nuove puntate da realizzare.

Ciò che accomuna cartoon e fumetti de I Simpson resta, tuttavia, il rimando a ogni possibile forma di pop culture made in USA.


 

     Recensione di c.t.