Angeli Cancerogeni (Carcinoma Angels, 1967) di Norman Spinrad

 

Tra gli autori più interessanti esplosi con la New Wave all’inizio degli anni Settanta, c’è da annoverare, senza alcun dubbio, Norman Spinrad, scrittore newyorkese del Bronx.

Autore dell’acclamatissimo Jack Barron (Jack Barron e l’eternità, cfr. http://quadernisf.altervista.org/numero5/indexsf.htm), Spinrad ha prodotto accanto a storie e romanzi dalla fattura appena sufficiente, alcuni capolavori, sia sotto forma di romanzo, sia in forma più breve. Tra quest’ultimi c’è sicuramente il racconto Carcinoma Angels, pubblicato nel 1967 nella celebre antologia Dangerous Vision curata da Harlan Ellison.

Il protagonista del racconto è Harrison Wintergreen, che fin da piccolo ottiene sempre quello che vuole. Ad un certo punto della sua vita decide di diventare ricco, oltre ogni immaginazione. Grazie ad una serie di operazioni finanziarie, riesce nell’intento e diventa un magnate. Ma il destino è in agguato. A Wintergreen, a soli quarant’anni, viene diagnosticato un tumore in fase avanzata. Harrison non si perde di coraggio e fa realizzare un palazzo in un deserto con una ricchissima biblioteca ed una farmacia contenente tutti i medicinali noti alla medicina, ma anche a tutte le scienze non proprio ortodosse. Per vincere il male,  Wintergreen prova di tutto (chemioterapia, radioterapia, yoga, preghiere, clisteri, Scienza Cristiana, diete allo yogurt…), ma non c’è nulla da fare. Ad un certo punto intuisce che solo l’esplorazione e la conquista del suo universo interiore gli consentirà di vincere il male. Prova così una miscela di droghe allucinogene, anfetamine, alcaloidi e veleni esotici che gli svuotano i sensi, ma lo tengono allo stesso tempo sveglio. Grazie alla droghe, compie un viaggio all’interno del suo corpo, idealizzato come una immensa autostrada, a bordo di un’auto. Sulla strada incontra delle cellule cancerogene che hanno assunto la forma di motociclisti. Wintergreen non si perde d’animo e comincia a lanciarsi a tutta forza su questi Angeli cancerogeni, distruggendoli uno ad uno. La situazione si ripete più volte e per tutto il corpo e sia lui sia le cellule cancerogene assumono, nell’allucinazione della sua mente, varie forme: draghi, aeroplani, sottomarini, etc.

Alla fine distrugge tutte le cellule e da tutto il suo corpo, ma la vittoria ha un prezzo salato: la strada verso il risveglio è preclusa per sempre.

Leggenda vuole – ma con qualche fondo di verità – che Spinrad abbia visto il film Viaggio allucinante tratto da un racconto di Isaac Asimov, dopo aver assunto della messalina, e che poi abbia cominciato a scrivere questo racconto. Il film narra appunto del viaggio di un gruppo di uomini, a bordo di un sottomarino miniaturizzato, nel corpo di un uomo.

Al di là della veridicità di tale leggenda, Spinrad parla di un male come il cancro, quando la stessa malattia non era conosciuta come oggi, ma comunque diffusa. Ma soprattutto il racconto è una presa in giro del ridicolo tabù che a volte la società nel suo insieme impone ad alcune delle malattie più devastanti. Basta guardarsi indietro, ad appena qualche anno fa, per capire ciò di cui Spinrad parla in questo racconto: chi veniva tragicamente colpito dall’AIDS era irrimediabilmente colpito anche da tutta una serie di pregiudizi che traevano origine dalla società stessa.