VISIONI / MR. ROBOT


di Sam Esmail / Usa Network, 2015


 

L'hacker e il suo doppio


di Stefano Iuliani

 

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“Ciao amico. Non ha senso. Forse dovrei darti un nome, ma non sarebbe per nulla positivo. Esisti soltanto nella mia testa, non dobbiamo dimenticarlo. Merda! È successo davvero, sto parlando con una persona immaginaria. Quello che sto per dirti è top secret, una cospirazione che va oltre tutti noi. Un gruppo di uomini potenti, là fuori, governa il mondo in modo segreto. Parlo dei tizi che nessuno conosce, quelli che sono invisibili a tutti. L'1% dell'1%, quelli che giocano a essere dio senza permesso. E adesso credo che mi stiano seguendo”.

L'incipit di Mr. Robot rivela immediatamente quali sono i pilastri su cui si regge la serie: schizofrenia e cospirazione. Le parole (o pensieri) sono del personaggio principale, Elliott Alderson. Elliott indossa una camicia sotto una felpa con il cappuccio che rivela una doppia necessità e/o personalità. Di giorno, infatti, Elliott è una combinazione di numeri e lettere: “ER28-0653”, un ingegnere che si occupa di sicurezza informatica presso la AllSafe, a New York, una di quelle compagnie in cui la camicia non può essere una scelta. Di notte, Elliott è un hacker giustiziere. Dopo aver hackerato i profili cibernetici dei suoi amici, colleghi e attività commerciali, Elliott tenta di riportare un po' di giustizia nella vita degli altri: il fidanzato della sua migliore amica si diverte con le webcam girl su internet? In maniera anonima e per mezzo di ricatti perfettamente studiati lo costringe a confessare tutto. Il proprietario di una nota catena di fast food fa affari attraverso la gestione di siti web con materiale pedo-pornografico? Lui lo incastra consegnando tutto alla polizia. Elliott è misantropo, afefobico, schizofrenico ed è in cura da una psichiatra. Di conseguenza, tutto ciò che non riesce a fare nella vita reale, lo cerca altrove. I suoi punti di fuga sono la morfina e la pirateria informatica. Pertanto, la serie è innanzitutto il dramma personale di un soggetto affetto da disturbi psicotici e dotato di straordinarie abilità informatiche. 

Sullo sfondo, c'è un'impresa multinazionale chiamata E-Corp. Un giorno, la compagnia subisce un attacco hacker di tipo DDos che renderebbe indisponibili tutti i server aziendali. La E-Corp è il maggiore cliente della AllSafe, quindi è lo stesso Elliott a dover tentare di sventare l'attacco. Tutti gli hacker lasciano un segno di riconoscimento, così Elliott scopre che gli autori sono un gruppo di hacktivisti chiamato F-Society. Di ritorno dall'operazione, Elliott incontra un uomo che lo invita a seguirlo e che sulla giacca ha cucite le parole “Mr. Robot”. L'uomo lo conduce nel quartier generale della F-Society. Elliott vorrebbe denunciarli ma il giorno successivo ritorna nella tana del bianconiglio dove Mr. Robot lo accoglie con le seguenti parole:

 

“Sei qui perché senti che c'è qualcosa che non va nel mondo. Qualcosa che non ti riesci a spiegare. Però, sai che controlla te e tutte le persone che conosci. Non è il denaro. Il denaro ha smesso di essere reale quando siamo usciti dal sistema aureo. È diventato virtuale, un software, il sistema operativo del mondo. E noi siamo sul punto di distruggere questa realtà virtuale. […] Cancelleremo tutti i debiti che i consumatori hanno con la E-Corp. Sparirebbe tutto. Il più grande incidente di redistribuzione della ricchezza della storia. [...] Fai quello che ti dico e avrai dato il via alla più grande rivoluzione che il mondo vedrà mai”.

Il plot è quindi svelato. Da una parte il più ricco e potente conglomerato del mondo, dall'altra la F-Society. L'intreccio si basa sulle storie di Elliott, del misterioso Mr. Robot, di Angela (la sua migliore amica), di Tyrell Wellick (vice presidente senior della sezione tecnologica della E-Corp), di Shayla (la spacciatrice) e di Darlene (uno dei membri di spicco della F-Society). In particolare, Elliott e Angela condividono un passato molto simile. Il padre di Elliott e la madre di Angela lavoravano presso la E-Corp, sono morti entrambi di leucemia e i due protagonisti pensano che l'azienda sia responsabile della loro morte. Mr. Robot è costruita proprio sulla frattura interiore dei due personaggi. È interessante scoprire come Elliott e Angela perseguano il medesimo desiderio di vendetta (distruggere la E-Corp) attraverso metodi opposti: da una parte Angela e il tentativo di agire per vie legali con la riapertura del caso in tribunale; dall'altra Elliott che agisce in modo del tutto illegale nel tentativo di scatenare una vera e propria rivoluzione economica globale. Alla domanda della psichiatra che gli chiede perché la società lo deluda, Elliott risponde:

 

“Forse perché abbiamo tutti creduto che Steve Jobs fosse un eroe buono pur sapendo che aveva guadagnato miliardi sulle spalle dei bambini? Perché tutti i nostri eroi sembrano contraffatti? Il mondo stesso non è altro che una grande truffa. Ci spammiamo con un costante resoconto di stronzate mascherate da opinioni. I nostri social media fingono intimità. Oppure perché abbiamo votato per tutto questo? Non attraverso le elezioni truccate, ma attraverso le nostre cose, i nostri averi, i nostri soldi. Lo facciamo perché vogliamo essere sedati, perché fa male non fingere, perché siamo dei codardi”.

 

Si tratta di pensieri. Ovviamente. Forse. La ricchezza di Mr. Robot risiede proprio in questo, ossia nella capacità di coinvolgere lo spettatore attraverso i monologhi interiori di Elliott che diventano veri e propri dialoghi con il pubblico. A un certo punto, non è più tanto facile riconoscere i deliri del protagonista e capire cosa sia reale e cosa non lo sia, discernere i personaggi reali da quelli immaginari, i pensieri dalle parole effettivamente pronunciate. Ci troviamo di fronte a un personaggio paranoico e dissociato che trasmette ogni sua singola sensazione allo spettatore.

Mr. Robot è anche un'analisi dettagliata della vita di un ingegnere/hacker. Si tratta di due figure in totale antitesi tra loro:

“L'ingegnere è una figura triste e serva. [...] Laddove l’ingegnere cerca di catturare tutto ciò che funziona perché funzioni meglio, per metterlo al servizio del sistema, l’hacker si chiede «come funziona questa cosa?» per trovarne i difetti ma anche per inventarne altri usi, per sperimentare. Sperimentare significa quindi: vivere ciò che implica eticamente questa o quella tecnica. L’hacker mira a strappare le tecniche al sistema tecnologico per liberarle” (Comité Invisible, 2014).

Il dramma esistenziale di Elliott, ma dell'hacker/ingegnere in generale, è proprio questo: lo scontro costante tra la consapevolezza di poter scatenare da solo una rivoluzione planetaria grazie all'uso della propria tecnica e l'obbligo di rispondere alle esigenze del sistema; lo scontro tra la tendenza al servilismo e la possibilità di liberare tutti i servi del mondo. Un altro ostacolo, per il movimento hacker in generale, consiste nel non riuscire a tracciare dei piani comuni e nel ritrovarsi a lavorare in maniera del tutto distaccata dal resto della società. Nella maggior parte dei casi, gli hacker compiono atti dalla portata politica enorme, per esempio dirottare ingenti somme di denaro dai conti di alcune multinazionali su quelli di associazioni caritatevoli, ma si ritrovano poi soli di fronte alla repressione politica.

Il regista, Sam Esmail, crea uno dei prodotti cinematografici più deliranti degli ultimi anni, un thriller psicologico destinato a diventare un vero e proprio cult del genere. La serie è stata trasmessa nel 2015 da Usa Network ed è già stata prevista una seconda stagione. I riferimenti sono molteplici. Su tutti, i film Fight Club (1999) di David Fincher e Gerry (2003) di Gus Van Sant per le personalità sovrapposte dei protagonisti, e Who Am I (2014) di Baran bo Odar, per la tematiche hacker affrontate. Non passa inosservata la colonna sonora di Mac Quayle, piena di sonorità industrial e con numerosi brani della scena rock anni Ottanta e Novanta, su tutti Sonic Youth, The Cure, The Jim Carroll band e i Pixies.

Del cast fanno parte Rami Malek, Carly Chaikin, Portia Doubleday, Martin Wallström e il più celebre Christian Slater nei panni di Mr. Robot.

In conclusione, Mr. Robot effettua un'analisi del mondo contemporaneo dal punto di vista di un hacker schizofrenico e ci insegna che essere hackerati è ormai diventata un'operazione semplice. Scoprire la password dei nostri innumerevoli account cibernetici diventa un gioco da ragazzi essendo diventati noi stessi produttori di dati pubblici sulle nostre vite attraverso un esercito di dispositivi diventati nostre estensioni corporali:

“Io condivido la mia geolocalizzazione, il mio umore, le mie opinioni, il racconto di ciò che ho visto oggi di incredibile o di incredibilmente banale. Ho corso e immediatamente ho condiviso il mio percorso, il mio tempo, le mie performance e la loro autovalutazione. Posto continuamente foto delle mie vacanze, delle mie serate, delle mie sommosse, dei miei colleghi, di ciò che sto per mangiare come di ciò che sto per scopare. Ho l’aria di non fare nulla e invece produco continuamente dei dati. Che io lavori o meno, la mia vita quotidiana resta integralmente valorizzabile in quanto stock di informazioni” (Comité Invisible, 2014).

 

“A cosa stai pensando?”.

 


 

LETTURE

  Comité Invisible, Ai nostri amici, ainostriamici.noblogs.org/capitoli-scaricabili/, 2014.
 

VISIONI

  David Fincher, Fight Club, 20 Century Fox, 2013 (home video).
Gus Van Sant, Gerry, Miramax Studio Entertainment, 2003 (home video).
Baran bo Odar, Who Am I, Sony Pictures, 2014 (home video).