ASCOLTI / COMPUTER CONTROLLED ACOUSTIC INTRUMENTS PT.2


di Aphex Twin / Warp records, 2015


 

Sorprese assortite dal futuro remoto


di Rosarita Crisafi

 

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Ogni volta che compare il nome di Aphex Twin nell'universo della critica musicale, non si può far a meno di associarvi l'etichetta di “più creativa e influente figura nell'ambito della musica elettronica contemporanea”, che fin dagli anni Novanta lo accompagna. Non vi è dubbio che il culto della personalità sia uno degli elementi chiave del successo del personaggio e che il suo nome, ad ogni apparizione, susciti grande clamore. Ma chissà cosa ne pensa davvero a riguardo Richard David James, il ragazzo terribile che ha sempre gestito le sue apparizioni mediatiche con una dose massiccia di britannico humour assieme a una vena dissacrante e situazionista. Non sono frequenti infatti le sue interviste, e a ciò che dice nelle sue sporadiche apparizioni, non bisogna mai credere.

Quello che è certo oggi è che, dopo tredici anni di latitanza dal mercato discografico, Aphex Twin ha prodotto a distanza di pochi mesi per la Warp Records ben due dischi, un album, Syro, uscito in agosto 2014, e un Ep, Computer Controlled Acoustic Intruments pt2, pubblicato lo scorso gennaio. Il tutto preannunciato da una misteriosa campagna mediatica affidata ad un dirigibile in cui era riconoscibile il logo dell'artista, che ha sorvolato il 16 agosto scorso i cieli di Londra, un paio di giorni prima del suo quarantatreesimo compleanno. A corredo di tutto ciò, James si è premurato come di consueto a rilasciare una manciata di interviste improbabili, condotte sul filo del ghigno sarcastico e infantile ormai diventato il suo marchio di fabbrica.

Se Syro aveva galvanizzato gli animi dei recensori tanto da definirlo l'evento discografico dell'anno e tanto da meritarsi il primo posto nella categoria Best Dance/Electronics ai Grammy Awards dello scorso 8 febbraio 2015, ben più tiepida è stata l'accoglienza di Computer Controlled Acoustic Intruments pt2, tredici brani per una complessiva durata di 27 minuti che hanno lasciato uno strascico di perplessità. Pur di non esprimere una stroncatura al disco di una delle più rispettate figure della scena elettronica, molti hanno preferito sospendere il giudizio.

C'è da dire che Aphex Twin non sembra essersi mai preoccupato più di tanto delle opinioni altrui, neanche se queste arrivavano da molto in alto. Nel 1995 la rivista inglese The Wire pubblicò un articolo dal titolo Advice to clever Children, in cui si chiedeva nientemeno che a Karlheinz Stockausen di esprimere un'opinione su alcuni musicisti della scena elettronica IDM del periodo. E il compositore tedesco dichiarò:“Ho ascoltato con attenzione il pezzo Aphex Twin di Richard James: credo gli sarebbe di grande aiuto ascoltare la mia composizione Gesang Der Jünglinge, che è musica elettronica e c'è la voce di un adolescente che canta su se stesso. Così la smetterebbe immediatamente con tutte queste ripetizioni post africane, e avrebbe cura di cambiare misure e ritmo, e non si permetterebbe di ripetere i pattern ritmici se ne fosse variata l'estensione di alcuni, e se avesse una direzione nella sequenza di variazioni”.

Aphex Twin, con la consueta irriverenza, offrì a sua volta un suo consiglio a Stockhausen: “Credo che lui dovrebbe ascoltare un paio di brani del mio album Digeridoo, così smetterebbe di scrivere pattern astratti e casuali su cui è impossibile ballare”.

È una risposta irriverente, ma anche qui, con buona probabilità, si nasconde uno dei suoi trabocchetti, messi apposta per far inciampare l’incauto fan. Una delle prime e più importanti apparizioni discografiche di Aphex Twin fu infatti all’interno della compilation Artificial Intelligence, pubblicata dalla Warp Records nel 1992 per Wax Trax, primo disco di una serie che avrebbe poi avuto grande impatto nell’evoluzione della musica elettronica, in particolare rispetto ad una diversa fruizione. In copertina si poteva vedere un robot comodamente seduto sulla poltrona del salotto, intento ad ascoltare musica da un impianto stereo di buona qualità. Sul tappeto, tra i dischi sparsi, si possono chiaramente vedere le copertine di The dark side of the moon dei Pink Floyd e Autobahn dei Kraftwerk. James qui compartiva, accanto agli Autechre e ai Black Dog, con il nome di Dice Man, uno dei suoi infiniti pseudonimi. E in questo caso, l’uomo dei dadi, fece un tiraggio fortunato. Era l’inizio del filone della “musica elettronica di ascolto”, o, come fu poi denominata, “intelligent- techno” o, in modo meno affascinante, musica dance per sedentari casalinghi.

Aphex Twin, nato il 18 agosto 1971 in Irlanda ma cresciuto in un oscuro paese della Cornovaglia, manifestò fin dall’infanzia la sua curiosità verso il suono prodotto da oggetti e il suo interesse verso le avanguardie musicali del Novecento, non è dato sapere se per istinto iconoclasta o per imitazione. Si racconta di una sua curiosità verso il pianoforte di famiglia, non certo per i tasti ma per il suo meccanismo, che lo induceva a sperimentare tecniche simili a quella del piano preparato utilizzata da John Cage. Nei suoi esordi in veste di DJ in omaggio al brano Cartridge Music di Cage sembra usasse la carta vetrata al posto del disco, attratto dal suono abrasivo che ne usciva. Fu poi la volta degli esperimenti elettroacustici con la manipolazione dei nastri, e in questo caso il riferimento diretto è l’opera di Stockausen, e la musique concrete, per poi passare ai synth e alla loro hackerizzazione, con una vera ossessione per i rumori e i suoni mai uditi prima, che ha sempre fatto da filo conduttore alla sua produzione musicale.

Un archivio sterminato per la creatività di James che si è poi espressa in uno spettro sonoro bipolare. Se nell’Ep di esordio con lo pseudonimo di APX Analogue Bubblebath Vol. 1 del 1991 si parlò di “idromassaggio cosmico” e di una virata della techno verso una dimensione più meditativa e dalle melodie più articolate, con Digeridoo, primo Ep con il nome di Aphex Twin l’ossessione percussiva e il ritmo sostenuto ebbe un impatto notevole nei dancefloor hardcore. Era già evidente e molto presente l’inclinazione di Aphex Twin alla sovrapposizione di esperienze eterogenee, dalla techno uscita dal più folle rave alla ambient music, dalla musica colta del Novecento alla kosmische music, in un continuo alternarsi di rigore e imprevisto.

L'album di esordio Selected Ambient Works 85–92 del 1992, ma ancor più l’immortale Selected Ambient Works Volume II del 1994 sono ormai dei classici, che appartengono più all'universo ambient del musicista rispetto a quello danzereccio. Se il primo disco può essere considerato il capostipite dell'emergente genere ambient-techno, il secondo è una pietra miliare della musica del Novecento che riassume e sintetizza i principali elementi di innovazione musicale del secolo. Si ritrovano le melodie di Erik Satie, il piano preparato di John Cage, la musica concreta di Pierre Schaeffer e Pierre Henry, le composizioni elettroacustiche di Stockhausen, il tutto riletto attraverso il filtro di campionatori, drum machine e synth analogici, in un perfetto portale verso il secondo millennio.

Che dire degli ultimi Syrio e Computer Controlled Acoustic Intruments pt2? Gli elementi espressivi “bipolari” di James ritornano nei due album, il primo con gli elementi ritmici della techno, il secondo ben più vicino alle sonorità ambient con la presenza quasi costante del suono del piano preparato. La vera domanda quindi è: a distanza di più di un decennio si può ancora parlare di Aphex Twin come di un innovatore? La risposta è complessa anche per Simon Reynolds, il più illustre critico musicale del genere, se all'epoca invitò gli ascoltatori di Selected Ambient Works Volume II a “abbracciare il futuro”, oggi sembra essere molto più prudente, per lo meno rispetto a Syro (cfr. http://retromaniabysimonreynolds.blogspot.it/2014/09/syro-scenius-stasis.html).

La prudenza non è mai troppa quando il soggetto in questione è Richard James. In questa fase è opportuno restare a guardare, in attesa di avvistamenti di dirigibili “familiari”, o di altre spiazzanti sorprese.

 


 

ASCOLTI

 AFX, Analogue Bubblebath Vol.1, Mighty Force, 1991.
Aphex Twin, Digeridoo, R&S Records, 1992.
Aphex Twin, Selected Ambient Works 85–92, Apollo, 2013.
Aphex Twin, Selected Ambient Works Volume II, Warp, 2004.
Aphex Twin, Syrio, Warp, 2014.