Vento dal nulla
(The
Wind From Nowhere,
1962); Deserto d’acqua, (The
Drowned World,
1962);
Terra bruciata (The
Burning World,
1964;
come
The Drought,
1965);
Foresta di cristallo (The
Crystal World,
1966)
di James G. Ballard
Fra
i fondatori della rivista britannica New Worlds, attorno a cui si
riunirà il movimento della New Wave, autore di racconti sin dal 1956,
Ballard è senz’altro uno degli autori che hanno reso grande la science
fiction, non tanto rivendicandone le supposte qualità mainstream,
quanto praticandola al servizio di una grande scrittura e della esplorazione
degli effetti sull’identità dei cambiamenti dell’ambiente naturale e
sociale.
L’esplorazione dello inner space, lo spazio interiore – teorizzata
proprio alla fondazione di New Worlds – comincia in maniera
consapevole col romanzo Vento dal nulla, del 1962, per continuare nei
successivi tre romanzi attraverso la messa in scena delle trasformazioni
sociali e individuali indotte da catastrofi naturali (seppur provocate
sempre in qualche misura dall’uomo) ispirate ai quattro elementi della
fisica antica: aria, acqua, fuoco, terra.
Negli scenari apocalittici disegnati dallo scrittore i sopravvissuti si
muovono con circospezione e disagio, alla ricerca di equilibri tutti da
ripensare e ricomporre sulla base delle nuove condizioni venutesi a
determinare. I protagonisti dei suoi romanzi – come molti dei loro
comprimari – sono sempre intellettuali: scienziati, in genere, presi dalla
consapevolezza del conflitto interiore derivante dalle mutazioni interiori
provocate dalle trasformazioni subite dall’ambiente circostante.
Le catastrofi naturali/indotte immaginate da James Ballard diventano quindi
occasioni, contingenze eventuali per esplorare fino ai confini la coscienza,
i particolari di una geografia dimensionale, gli aspetti anche morbosi del
rapporto fra l’ambiente, le macchine, l’anatomia e la psicologia umane.
La ricerca di Ballard non si ferma naturalmente qui, ma continua con una
serie di romanzi sempre più radicali, segnati da uno sguardo e un linguaggio
via via più acuminati e penetranti.
Non possiamo non citarne alcuni:
Crash,
Rizzoli, Milano, 1990 (Crash,1973), da cui David Cronenberg ha tratto
l’omonimo film (cfr. scheda); Condominium, Mondadori, Milano, 1976;
come Condominio, Anabasi, Milano, 1994 e Il condominio,
Feltrinelli, Milano, 2003 (High-Rise, 1975); Ultime
notizie dall’America, Mondadori, Milano, 1981; come Hello America,
Rizzoli, Milano 1989 (Hello America, 1981); Cocaine Nights,
Baldini & Castoldi, Milano, 1997 (Cocaine Nights, 1996);
Millennium People, Feltrinelli, Milano, 2004 (Millennium People,
2003).
A partire da High-Rise l’attenzione di Ballard si sposta dalle
necessità di riorganizzare la vita associata e individuale dopo una
catastrofe naturale alle trasformazioni dell’identità prodotte dal
trasferimento della vita quotidiana in strutture artificiali, come un enorme
condominio o cittadine create dal nulla per anziani ricchi e annoiati (come
in Cocaine Nights); anche se con Hello America lo scrittore
torna alle tematiche degli inizi con una parabola ironica e crepuscolare.
Importante anche la raccolta di saggi brevi e articoli Fine millennio:
istruzioni per l’uso, Baldini & Castoldi, Milano, 1999 (A User’s
Guide to the Millennium, 1996).
Nel 2003 Fanucci ha avviato la pubblicazione di Tutti i racconti (The
Complete Short Stories) dell’autore britannico, di cui sono usciti
finora tre volumi: 1956 – 1962 (2003), 1963 -1968
(2004), 1969 – 1992 (2005).
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