Dune (Dune, 1965) di Frank Herbert

Dune è un romanzo che ha segnato profondamente la storia della fantascienza. Pubblicato in parti tra il 1963 e il 1965 sulla rivista Analog e poi definitivamente in volume unico, il romanzo di Frank Herbert conseguì i premi Nebula e Hugo dando poi vita a un ciclo monumentale per la vastità della trattazione, dei temi e dell’ambientazione, fungendo da imprescindibile ispirazione per le Guerre Stellari di Lucas e per molte altre opere successive.

In un futuro lontanissimo l’universo conosciuto è governato dall’Imperatore-padiscià Shaddam IV. Il suo è un potere solo nominale: il governo diretto è affidato a una pletora di casati reali a cui è concesso il feudo di uno o più pianeti. La casa Atreides del pianeta Caladan riceve la richiesta imperiale di sostituire la casa Harkonnen alla guida del pianeta Arrakis, noto anche come Dune. Esso è il mondo più importante dell’universo. Solo su Dune esiste ed è possibile estrarre il melange, la spezia che consente i viaggi interstellari. Ma Dune è anche un pianeta complesso, completamente deserto, dove l’acqua è il bene più prezioso, dove esistono enormi vermi che rendono rischiose le escursioni e dove il popolo indigeno dei Fremen cova vendetta verso il precedente governo. Quando il duca Leto Atreides cade vittima di una trappola del barone Vladimir Harkonnen per rimpossessarsi di Dune, tocca al giovane figlio Paul il compito di vendicare il padre. Ma Paul è molto più che l’erede al ducato Atreides: egli è il prodotto di un millenario progetto eugenetico realizzato dalle mistiche sacerdotesse Bene Gesserit per creare lo Kwisatz Haderach, colui che sarà capace di vedere contemporaneamente passato e futuro, un superuomo che i Fremen considerano il Mahdi, la loro guida spirituale, e attorno al quale si intrecciano i destini dell’intero universo.

Il fascino dell’opera di Frank Herbert risiede nelle sue molteplici chiavi di lettura. Innanzitutto Dune è un capolavoro di sub-creazione di un universo: la complessa ambientazione, curata in modo quasi maniacale dell’autore, non si limita a fare da sfondo: gli usi e i costumi Fremen (ispirati in parte a quelli dei tuareg sahariani), i mille dettagli sull’adeguarsi della vita alla scarsità d’acqua, i rituali Bene Gesserit, sono tutti elementi che Herbert fa trasparire dalla narrazione dandoci un quadro di profondo realismo. Il romanzo va poi letto anche attraverso un’interpretazione ecologista: Arrakis è il futuro di una Terra dove prevale l’interesse – lo sfruttamento del melange, evidente il richiamo al petrolio – rispetto alla preservazione dell’ecosistema; Herbert, prima della stesura dell’opera, compì approfonditissimi studi sul problema delle desertificazione, della scarsità d’acqua e dei mutamenti climatici, e Dune è un’estrapolazione del futuro del nostro mondo. Viene poi messo in scena il conflitto fra religione e potere, incentrato sulle Bene Gesserit con il loro progetto di diffondere la superstizione tra i mondi a proprio vantaggio, e soprattutto quello di creare lo Kwisatz Haderach, una sorta di Gesù Cristo capace di dar loro il controllo dell’universo, ma un Cristo ben diverso da quello che loro si aspettavano e che finisce per ribellarsi al loro piano. Paul rimette al centro questa tematica, nel momento in cui diviene il Mahdi, il messia dei Fremen a lungo atteso dalla loro religione: Paul utilizza il suo potere religioso come una forza politica e militare, travolgendo il nemico grazie all’inflessibilità del dogma dei suoi seguaci. Dune gira poi intorno a tutta una serie di personaggi perfettamente costruiti, mai monodimensionali ad eccezione (forse) del barone Harkonnen. L’abilità di Herbert sta nell’utilizzare una sorta di flusso di coscienza per calarci all’interno della mente dei suoi personaggi e permetterci di assistere al loro groviglio interiore e meglio comprendere le loro decisioni e i loro dilemmi. In questo, Dune è un romanzo sicuramente atipico, dalla lettura – specialmente nei suoi seguiti, che non perdono in fascino e grandezza – a volte non facile; ma è un romanzo non superficiale, che aggiunge al «puro piacere dell’invenzione e della narrazione ad altissimo livello» (Asimov) una serie di temi, dall’ingegneria genetica alla natura del potere e a quella della religione, che lasciano al lettore non pochi spunti di riflessione.

Frank Patrick Herbert (1920-1986), ha esordito nella fantascienza nel 1952 col racconto Looking for Something? sulla rivista Starling Stories. Appassionato studioso di ogni genere di tematiche, dall’antropologia alla geologia fino alla psicologia, ottiene la celebrità nel 1965 con Dune, il suo primo romanzo. Continuerà la saga fino alla morte, con Messia di Dune (1969), I figli di Dune (1976), L’Imperatore-Dio di Dune (1981), Gli eretici di Dune (1984), La rifondazione di Dune (1985). Il settimo capitolo, che Herbert non completò, sta per essere pubblicato dal figlio Brian e da Kevin J. Anderson che hanno scritto anche la trilogia prequel “Preludio a Dune” (1999-2002).