Rudy Rucker o come preservare il mistero del mondo
di Carmine Treanni

 


Qual è la tua definizione di fantascienza?

La fantascienza è un’opera che analizza alcuni aspetti in rapida evoluzione della società, estrapolando le tendenze attuali nel futuro o in un mondo alternativo. La fantascienza usa figure retoriche standard, ma quelle nuove vengono sviluppate in modo permanente. Penso alle pistole dell'artificiere, le navi spaziali, le macchine del tempo, gli alieni, la telepatia, i dischi volanti, lo spazio deformato, la corsa più veloce della luce, gli ologrammi, la realtà virtuale, i robot, il tele-trasporto, il restringimento infinito, la levitazione, l’antigravità, la nave stellare della generazione, gli eco-disastri, lo scoppio della terra, i centri di piacere, i virus mentali, l'attacco delle formiche giganti e la quarta dimensione. Chiamo questi elementi le nostre "corde di potere," analoghe alle corde pesanti usate dalle band rock.

Quando uno scrittore usa una corda di potere di fantascienza, vi è una implicita intesa con i lettori che questa è effettivamente un  terreno noto, intimo. E ci si aspetta che lo scrittore faccia qualche cosa di nuovo con le figure retoriche.

Questo implicito contratto non è onorato dagli scrittori più noti, che intingono il dito nella fiction speculativa. Questi mandarini coccolati tendono a non essere consapevoli di quanto sono intime le corde che essi stessi pizzicano. Per loro è sufficiente aver visto un solo episodio di Star Trek di vent’anni fa e hanno fatto la loro ricerca sulla science fiction. E i loro principali critici, lacchè leccapiedi, certo non contatteranno i membri del loro club per ammonirli circa il fallimento del progetto della creazione di una fantascienza originale. Dopo tutto, penseranno, gli scrittori e i lettori di fantascienza sono cretini subnormali che non possono raggiungere nessun tipo di progresso basandosi su più note e superficiali rappresentazioni, e così noi dovremmo anche essere grati quando uno scrittore vero si piega per sottrarre icone dalle nostre sudice capanne.

Sto esagerando per ottenere un effetto umoristico.

Qual è, secondo le, lo stato attuale del genere e le sue prospettive?

La fantascienza va abbastanza bene, sebbene sembri che il fantasy stia mangiandosi il nostro pranzo. Ma ascolto cose tristi e melanconiche dall’inizio della mia carriera di scrittore SF. Sono solo contento di continuare ad essere pubblicato e letto. Forse un giorno inizieranno a fare film tratti dai miei libri e, allora, guadagnerò molti più soldi.

Vuoi raccontarci il tuo metodo di lavoro quando scrivi un nuovo romanzo?

Quando comincio, ho sempre in mente alcune situazioni o consigli centrali che sono ansioso di esplorare e di  rappresentare. Queste idee vengono fuori un po’ spontaneamente e un po’ dalle tutte quelle cose scientifiche e sociali che davvero mi interessano.

Una volta che ho identificato, anche vagamente, il tema del mio libro, inizio a lavorare alla descrizione dei personaggi, la geografia, la società, il tono, il punto di vista, la storia e soprattutto alla bozza della trama. Scrivo tutte le mie idee in un block notes che sviluppo parallelamente al mio libro; e i due di solito terminano contemporaneamente. Metto on line ogni nota quando il libro viene pubblicato. La virtù di avere a disposizione un block notes è che poi ho qualcosa a cui lavorare quando non sono pronto per scrivere un nuovo romanzo. Quando la stesura procede bene, arrivo a scrivere in media un migliaio di parole al giorno. Quando raggiungo le mie mille parole, le stampo e mi reco alla caffetteria, dove le rileggo, apportandovi le eventuali correzioni. Poi le riscrivo e ricomincia il processo. Posso anche soffermarmi su una  determinato sezione tre volte al giorno, e il giorno successivo anche per quattro volte, finché inizio una nuova sezione.

Tendo, talvolta, ad essere ansioso quando lavoro, preoccupato di non essere in grado di far venire fuori le cose come voglio io. In generale, posso dire che mi preoccupo troppo.


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