Universi paralleli, spot e nuovi (con)fini della storia
di
Gennaro Fucile

 


Il genere meraviglioso

La pubblicità è consanguinea della fantascienza, se questa la intendiamo come una variante del genere meraviglioso, il genere cui appartiene la fiaba - seguendo una classica suddivisione operata da Tzvetan Todorov in La letteratura fantastica[7]. Qui il lettore e i protagonisti accettano senz’altro di muoversi in un mondo popolato da avvenimenti ed esseri soprannaturali. Illuminante lo spot per il lancio del Campari Mixx. Dov’è ambientato? In un mondo popolato da centauri e altre creature aliene, un normalissimo mondo di consumatori di soft drink. Che si tratti di una mutazione della specie, di una razza aliena o di un universo alternativo dove gli dei non si sono ritirati di fronte alla modernità, ma l’hanno guidata, siamo comunque di fronte a un impiego massiccio del repertorio tipico della fantascienza. Una storia che non sfigura al fianco di un film come Stargate o del fumetto La fiera degli immortali disegnata da Enki Bilal[8]. Affinità elettive e genetiche di Uomini, Dei e Alieni che scaturiscono dal medesimo immaginario. La variante suggerita da Todorov per codificare il contenitore fantascienza è il meraviglioso strumentale “dove il soprannaturale è spiegato in modo razionale, ma a partire da leggi che la scienza contemporanea non riconosce” una definizione che ben si adatta anche alla pubblicità.

 

Il viaggio nel tempo ai nostri tempi

Esplorare un universo parallelo, inoltre, è una variante del viaggio nel tempo, altro fiore all’occhiello tra i marchingegni della sf. Inaugurate dal romanzo di H. G.Wells, La macchina del tempo[9] e abilmente sceneggiate nella saga di Ritorno al futuro, le passeggiate su e giù nella storia oggi vantano nuovi episodi. Le trame in breve. Un viaggiatore proveniente da un altro tempo si aggira smarrito tra prodotti e prezzi della nostra epoca. 
Inquietante la denuncia del crollo del potere d’acquisto e perturbante il mistero che avvolge il visitatore. Lo spot è firmato Coop. L’altro viaggio è con Libero.it che, grazie alla sua connessione ultraveloce, sfreccia tra i secoli rimettendo a posto le cose nell’Eden. Mistica del corpo hi-tech. Un riavvolgimento veloce del tempo, analogo nella sostanza, era visibile nello spot istituzionale Barilla scritto da Alessandro Baricco e girato da Wim Wenders nel 2002. Un contadino osserva in rapida sequenza eserciti di epoche diverse, cavalieri e bombardieri, violare con identica violenza il suo campo di grano. Guerra, pace e un piatto di pasta.

 

Fiabe, eroi e marche

“Come in certe fiabe, la marca (o il prodotto) diventa l’eroe, oppure incarna i caratteri di un oggetto magico, capace di sciogliere nodi e provocare incantesimi. La logica del mondo corrente è sospesa, o è trasposta in un altro territorio: il mondo possibile della marca.”, chiariscono Fabris e Minestroni[10]. Un contenitore onnivoro la fantascienza, più che un genere in senso stretto, estesosi dalla Bibbia al Postmoderno, blobbando gialli, horror, western, esotismi, porno, miti, leggende, ma inglobato in un contenitore ancora più capace: la pubblicità
“Ciò che stiamo vivendo è l’assorbimento di tutti i modi virtuali d’espressione in quello della pubblicità” è il severo verdetto di Jean Baudrillard[11]. La pubblicità, infatti, non conosce confini, soprattutto quella televisiva; adopera materiali narrativi di qualsiasi genere, cita fonti distanti anni luce tra di loro, impiega registri prelevati da varie epoche della comunicazione. 
“Ogni storia di marca incarna un genere narrativo: fantastico, fiction, soap opera, epico/eroico, problem-solving, cartoon, poliziesco, iperreale, surreale, commedia, thriller, ecc.” svelano sempre Fabris e Minestroni[12]. Situazionismo organizzato. Quando, però, ci si avventura negli infiniti possibili, è possibile che si racconti qualcosa anche della materia di cui sono fatti i sogni della marca.

 

[7] Tzvetan Todorov, La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 1977

[8] Enki Bilal, La fiera degli immortali, Alessandro Editore, Bologna 1998

[9] H. G.Wells, La macchina del tempo (The Time Machine), Mursia, Milano 1985

[10] Fabris e Minestroni, Valore e valori della marca, op. cit.

[11] Jean Baudrillard: Il sogno della merce , Lupetti, Milano 1987

[12] Fabris e Minestroni, Valore e valori della marca, op. cit.

 

 

    [1] (2) [3]