La Luna di plastica
di
Adolfo Fattori

 



Sintetizzato nel 1938 da un ricercatore della Du Pont, questo materiale è fra i più duttili e flessibili che ci siano: serve per le padelle antiaderenti e per i proiettili, per inguainare cavi elettrici e imbottire i giubbotti antiproiettile, e, con umiltà, agli idraulici per sigillare le giunture fra un tubo e un altro. Una alternativa al silicone, insomma, ancora più flessibile.
Una materia finale, insomma, adatta a rappresentare la fluidità e flessibilità dello spazio/tempo abitato dagli uomini e dalle donne del terzo millennio.

Quanto di più simile al bit di informazione, combinabile in infinite sequenze.

Lo spazio/tempo della TV

Ma la corsa spaziale non l’unica forza a fare da levatrice della tarda modernità nella notte del 21 luglio 1969. Una funzione simile è stata svolta dalla TV. Di quella notte ricordo l’emozione della consapevolezza dell’evento, ma anche l’impressione prodotta dal sapere di assistere ad una diretta storica, perché mondiale. Sì, sicuramente ce n’erano già state, ma questa aveva qualcosa in più: come in tante saghe fantascientifiche, era la Terra intera che guardava ad un altro corpo celeste. Un altro passo – simbolico – verso il futuro.

Ma tutta la spinta tecnologica connessa alla corsa spaziale ha spinto verso l’evoluzione della televisione: dalle fibre ottiche al LASER agli impulsi a infrarossi.
Ha prodotto il telecomando, il videoregistratore e il DVD come tecnologie home, prosaici e cheap. E ha fatto della TV la vera macchina del tempo. Comodamente in poltrona, viaggiamo nel tempo: lo fermiamo e riavvolgiamo su se stesso col videoregistratore, fruendone secondo i nostri tempi; e saltiamo da un universo all’altro pestando sul telecomando.

E se il cinema è affine al fantastico,[6] allora la TV è direttamente science fiction, proiettandoci in quell’universo simulato che ha sostituito la realtà, uccidendola.[7]

La concreta realizzazione degli psicotici universi ubiqui di Philip Dick, dove non ci sarebbe nulla di strano nello scoprire che il cielo non esiste, e che la Luna è un disco di teflon® che un qualche dio lunatico accende o spegne a suo piacimento, tenendocene sempre nascosto il lato oscuro.


[6] A. Abruzzese. La grande scimmia, Napoleone, Roma, 1979.

[7] J. Baudrillard, Il delitto perfetto, cit.


 

    [1] [2] (3)