La strada (The Road)
di Cormac McCarthy,
Einaudi, Torino, 2007,
Pagine: 218

Prezzo: €16,80

 

 

 





 

 

 

La strada (The Road) di Cormac McCarthy

 

Il viaggio e la strada, ipostatizzati a condizione di vita e a palcoscenico assoluti rimangono i temi fondamentali della narrativa di McCarthy, instancabile nel suo lavoro di decostruzione e ricostruzione del Mito americano.

Partito dal western, con Meridiano di fuoco e con la “trilogia della frontiera” (Cavalli selvaggi, Oltre il confine, Città della pianura, tutti pubblicati da Einaudi), nella sua riscrittura della storia americana, lo scrittore approda alla narrazione del futuro. Un futuro oscuro e disperato in cui, all’indomani dell’Apocalisse, un uomo e suo figlio vagano per le strade di un paese sconvolto, bruciato, coperto di cenere, segnato dal buio e dal freddo, cercando di sopravvivere con gli ultimi cascami della “civiltà” umana.

Le parole, i gesti, le azioni, sono ridotti al minimo.

Padre e bambino non hanno bisogno di parlarsi più di tanto, nella solitudine che li avvolge, e nei pericoli che li circondano e ogni tanto li sfiorano.

Intorno a loro, sporadici detriti di una umanità degradata e imbarbarita, che ha perso qualsiasi traccia di sentimento.

In pratica, la faccia oscura dell’America del futuro descritta dall’ironia di George Saunders in Il declino delle guerre civili americane di cui abbiamo scritto nel n.5 di “Quaderni d’Altri Tempi”. (cfr. http://quadernisf.altervista.org/numero5/indexapocalisse.htm).

Il rischio era di ripetersi, o di replicare una operazione simile a quella che in Apocalittici e Integrati Umberto Eco stigmatizzava nel Vecchio e il mare di Hemingway: il ripetere se stesso senza più forza, imitandosi, e cercando di sostituire la creatività con la forma e la esibizione di elementi che rimandassero a valori mitici, quasi biblici.

McCarthy conserva invece la forza delle prime narrazioni, adeguando perfettamente il registro narrativo alle necessità di questo racconto e di questi personaggi, nella creazione di un mondo in cui la speranza, tutte le speranze, sono morte, in cui insieme al passato è scomparso anche il futuro, e in cui sopravvivono solo la caparbia volontà di sopravvivenza e il testardo amore reciproco di un padre e di un figlio.

     Recensione di a.f.